Nello sconforto di un contesto economico nazionale in depressione profonda, con un mercato residenziale che anche nel resto d’Europa non decolla, le strutture commerciali nei Paesi emergenti, soprattutto in Medio Oriente e Russia, stanno facendo in parte mantenere il sorriso ai produttori italiani.
Produttori che per l’80% sono concentrati nelle province di Modena e Reggio Emilia e per il 90% sono in Emilia Romagna.
Poco meno di quattro quinti dei volumi e del fatturato hanno a che fare con Paesi stranieri. È stato grazie a questa proiezione verso l’estero che il 2011 si è chiuso (dopo anni di cifre negative) con delle vendite totali del settore “piastrelle di ceramica” in aumento di due punti percentuali: 4,71 miliardi di euro di fatturato contro i 4,63 del 2010 (fonte: Confindustria Ceramica).
Il dato finale era il risultato di un -5,75% delle vendite interne e di un +4,58% di quelle estere, ben più pesanti. Il tracollo non c’era stato, anche se avevano chiuso una decina delle aziende del settore (da 172 a 163) e gli addetti erano calati di ben cinque punti percentuali, in un anno.
(L’articolo completo è pubblicato sul numero di maggio 2013 di r&f)
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