Skip to main content

KFC Italia chiuderà il 2023 con un giro d’affari in crescita del 25% e l’obiettivo per il 2024 è superare il tetto dei 100 negozi.

L’insegna celebre per il pollo fritto ha esordito in Italia 10 anni fa. Attualmente la rete è composta da 82 punti vendita in 15 regioni, tutte in franchising tranne due a gestione diretta (uno a Roma, uno a Vicenza).

L’anno scorso KFC aveva aperto 14 ristoranti in Italia, ma per l’anno in corso punta a raddoppiare la quota di opening. Così, già nei prossimi mesi, dovrebbe essere centrato l’obiettivo dei cento ristoranti. A gennaio sono già arrivate due novità, ad Asti nel centro commerciale Borgo Nuovo e a Roma Fiumicino nel centro commerciale The Wow Side.

Determinante per il piano di sviluppo la nuova struttura basata sul modello del Corporate franchisee , definito l’anno scorso, che permette di accelerare il franchising, ma ha anche aperto all’opzione della “gestione diretta”.

“Siamo molto soddisfatti dei traguardi ottenuti in 10 anni. Prevediamo che le vendite cresceranno nel 2024 di un altro 35% rispetto al 2023, arrivando a servire il nostro pollo a 27 milioni di clienti. Rafforzeremo la nostra presenza sul territorio proseguendo le aperture nelle 15 regioni in cui siamo presenti” ha commentato Corrado Cagnola, che guida KFC in Italia.

Il sistema di KFC in Italia oggi si basa sulla sinergia fra 16 franchisee e il Corporate Franchisee (la joint venture GGC3 srl) che coordina i piani di sviluppo e dal 2023 apre e gestisce direttamente una parte dei ristoranti. Nel 2023, le nuove aperture sono state realizzate per il 90% dai franchisee e quattro di questi hanno raddoppiato il numero di ristoranti gestiti. Nel corso del 2024 è previsto l’ingresso di altri 8 nuovi affiliati.

Dei nuovi ristoranti previsti nel 2024, il 20% avrà il servizio Drive Thru, il 40% sarà inserito nelle food court di centri commerciali e il 40% nei centri cittadini. Anche nel 2025 sono previste 30 aperture. Infine, dal punto di vista delle tecnologia, arriva anche la possibilità di ordinare dal sito Internet, che andrà ad affiancare la presenza sulle app di delivery e la app proprietaria.

riproduzione riservata retail&food