Il giro d’affari collegato al franchising, a fine 2023, si attestava intorno a 34 miliardi di euro, +9,9% sull’anno precedente.
I punti vendita in affiliazione aumentano (a 65.806 unità, +7,6%), a fronte di meno brand (scesi da 954 a 929) mentre gli addetti raggiungono quasi i 288mila (+13,8%) e fissano la media di occupati per punto vendita a 4,4. Sono i numeri principali del Rapporto Assofranchising 2024 realizzato da Nomisma per la sigla aderente a Confcommercio.

Dando uno sguarda al passato recente, si tratta di un iter costante. Il Rapporto 2020, che quindi riprendeva i dati pre Covid del 2019, segnalava 980 marchi operativi in Italia, a fronte di 56.441 punti vendita.
“All’insegna della razionalizzazione e del consolidamento della rete, il settore si conferma solido: i brand noti investono in punti vendita e ne emergono di nuovi” ha spiegato Roberta Gabrielli, Head of Marketing, Business Processes and Communication di Nomisma.
“Il franchising riesce ad essere competitivo, crea occupazione, ed è pronto anche a cogliere le sfide ESG” ha detto il presidente di Assofranchising, Alberto Cogliati.
In fatto di aggregazione d’impresa, è emerso come il 14% del mercato sia composto dai cosiddetti operatori Multi-Unit (con oltre 4 punti vendita), il 59% abbia un solo punto vendita, mentre il 27% oscilli tra 2 e 3 negozi (fonte: Osservatorio imprenditoria retail di Largo Consumo).
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