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Geox, nei primi 9 mesi dell’anno, ha ottenuto ricavi consolidati per 525,5 milioni euro, in discesa del 9,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

La flessione dei ricavi si deve a una performance tutto sommato in linea per il canale diretto (sia fisico, sia on line) e per una debolezza più marcata del canale “Multimarca”. Ma la contrazione del fatturato complessivo è anche frutto di una riduzione del perimetro, che nei nove mesi ha restituito un saldo negativo di 37 punti vendita, frutto di 58 chiusure a fronte di 21 aperture. Tra questi, sono stati chiusi 14 negozi diretti (passati da 261 a 247), mentre gli altri rientrano nella categoria più ampia Geox Shops (franchising o altri contratti di licenza).

In totale, nel mondo, i negozi passano da 655 a 618.

Infatti, guardando alle performance dei singoli canali, le vendite in franchising sono calate del 21,7%, quelle dei negozi fisici diretti del 4,2%, mentre crescono bene quelle dirette da canale digitale (sito di proprietà o altri marketplace gestiti direttamente) che salgono del 30,2% e oggi concorrono quasi al 10% dei ricavi (circa 47 milioni di euro sui 9 mesi).

In virtù di questa strategia, la società guidata dall’a.d. Enrico Mistron ha deciso di chiudere le attività dirette in Cina e negli Stati Uniti, che comunque finora rappresentavano una quota marginale del business (13,8 milioni di ricavi nel primo caso, 9,6 milioni nel secondo). Questo non significa naturalmente che Geox non venderà più in questi mercato, ma che cambia il modello operativo. La nota segnala che in Cina è in fase avanzata un accordo di partnership con un operatore internazionale di grande rilevanza sul mercato cinese.

Sulla scia di questa opera di razionalizzazione, il gruppo prevede un leggero miglioramento dei margini per la chiusura di fine anno, intorno allo 0,5%.

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