Passa anche per la chiusura di negozi e l’avvio di decreti ingiuntivi verso affiliati la cura dell’a.d. di Benetton, Claudio Sforza, che dovrebbe riportare il pareggio di bilancio nel 2026.
Il manager ha fatto il punto della situazione in un incontro con i sindacati.
Sul fronte finanziario, nel 2024 il piano di razionalizzazione già avviato consentirà di dimezzare le perdite, portandole a 110 milioni nel 2024 (erano oltre 200 nel 2023), con un rosso che dovrebbe essere intorno ai 50 milioni nel 2025, per poi centrare il pareggio nel 2026.
I numeri diffusi in questi giorni hanno anche evidenziato come Benetton Group abbia perso 1,6 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, durante i quali la famiglia Benetton ha contribuito con un’iniezione di capitali pari a 800 milioni per sostenere il gruppo.
Per quanto riguarda la rete dei negozi italiani, si procederà con la chiusura (si parla anche di 500 punti vendita) di quelli non profittevoli, molti dei quali in franchising. Nel contempo, è partito un piano di rientro di crediti scaduti per 38 milioni, per i quali si procederà non con semplici avvertimenti, ma con decreti ingiuntivi. Si tratterebbe proprio di crediti per ordini non pagati dagli affiliati.
E’ stato avviato anche uno screening sui negozi esteri.
Per quanto riguarda la forza lavoro, già nei giorni scorsi l’a.d. aveva inviato una mail ai dipendenti (criticata da sindacati) in cui confermava la permanenza dei contratti di solidarietà fino a febbraio 2025 (per circa 900 dipendenti, pari all’80% dei dipendenti) e contestualmente l’avvio di un piano di uscite incentivate.
Fra le azioni delineate: ridurre i costi di produzion dei capi, che ora sono superiori alla media dei competitor, dimezzare il tempo necessario alla produzione delle collezioni, sfoltire gli assortimenti.