Dopo i tentativi degli anni scorsi del Movimento 5 Stelle, ora è Fratelli d’Italia a tornare sull’ipotesi di chiusure forzate del commercio.
In questi giorni, la proposta di legge in discussione in Parlamento, presentata appunto dal gruppo di FdI, ha fatto immediatamente reagire le sigle del commercio.
Il testo contiene diverse eccezioni, ad esempio non chiama in causa bar e ristoranti ed esclude gli esercizi all’interno di stazioni o aeroporti. Ma il succo è questo: imporre almeno sei giorni l’anno di chiusura forzata dei negozi, che potrebbero essere Natale e Pasqua, Ferragosto e Primo Maggio, Capodanno e Santo Stefano. Questo, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe permettere a tutti i lavoratori di godere a pieno di giorni festivi da trascorrere in famiglia.
L’idea ha compattato il mondo del commercio in una condanna generalizzata, sia per le ricadute a livello di vendita, sia come attrattività turistica delle nostre città.
«E’ una proposta anacronistica che non tiene conto delle dinamiche del retail – afferma Mario Resca, presidente Confimprese – e delle esigenze dei consumatori. Rappresenta un ritorno al passato e un assist formidabile all’online che lavora h 24 7 giorni su 7. Rischiamo di perdere posti di lavoro e fatturati con ricadute sull’intera filiera”.
“Preoccupa dover constatare come questa proposta tenga in considerazione solo alcuni degli effetti che una simile decisione può comportare, senza soffermarsi sulle esigenze dei consumatori, gli interessi delle imprese e le implicazioni sociali ed economiche. L’Industria dei centri commerciali, infatti, genera un impatto, in termini di occupazione, di quasi 750 mila addetti, tra personale diretto e indiretto, che vanno assolutamente tutelati garantendo il lavoro, non diminuendolo. Senza contare che è proprio nei giorni festivi che registriamo il flusso più elevato di presenze, che contribuisce in modo determinante alla sostenibilità economica degli operatori. Infine, riteniamo che questa iniziativa creerebbe ulteriori asimmetrie competitive tra commercio fisico e le piattaforme di e-commerce, che già possono operare tutti i giorni dell’anno e 24 ore su 24” ha detto invece Roberto Zoia, presidente del Cncc (Consiglio Nazionale dei centri commerciali).
“Una proposta che suscita preoccupazione per le possibili ripercussioni soprattutto sull’attrattività dei nostri territori” secondo il segretario generale della Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri.