Nel corso del 2025 verranno spesi almeno 3 miliardi di euro di interventi, per il miglioramento e la valorizzazione degli immobili retail italiani.
Il dato è emerso dal report EY Retail Property Investments Barometer, realizzato da Ernst&Young in collaborazione con Cncc, presentato a Milano nel corso di un evento dell’associazione.

Uno studio che ha coinvolto più di 50 dirigenti senior di grandi property companies, gestori di fondi immobiliari ed asset manager nazionali e internazionali, con investimenti superiori a 20 miliardi di euro in proprietà o gestione sul territorio italiano, la maggior parte rappresentata da centri commerciali.
Nel corso del 2025, i manager stimano uno stanziamento di risorse in media pari al 35% del valore delle masse in gestione per interventi di valorizzazione degli asset.
“Di questi, la metà sono destinati all’efficientamento energetico. Ma un’altra metà riguarda altri aspetti, che si possono collocare sotto la dicitura hard/soft refurbishment, oppure digitalizzazione o altre iniziative Esg. Tutti interventi desinati ad accrescere il valore degli asset” ha spiegato Marco Daviddi, Strategy and Transactions Markets Leader Europe West di EY.
Il miglioramento del valore degli asset è propedeutico, e vari di pasi passo, all’intensificarsi dell’interesse delle asset class “retail” italiana agli occhi degli investitori, sia nazionali sia esteri. Gli investimenti su questo fronte sono in ripresa, come testimoniato ormai da più fonti nel 2024.
Secondo i dati appena diffusi dall’ufficio studi di PwC Italia, l’immobiliare retail italiano ha chiuso il 2024 con volumi a circa 2,2 miliardi di euro, ossia un rialzo di oltre il 200% rispetto al 2023. “È vero, c’è stata l’operazione Kering in via Montenapoleone, che da sola si è portata via buona parte di questo volume” ha stigmatizzato Roberto Zoia, presidente Cncc. “Ma è un distinguo poco importante e che non si farebbe per altre asset class. L’importante è che gli investimenti stiano tornando, nel 2025 proseguirà la crescita e c’è da notare un aspetto particolare e positivo, del retail: questo, infatti, riguarda e premia tutte le geografie e tutte le Regioni, mentre un segmento come il Direzionale, si sa, coinvolge Milano, qualcosa a Roma, e stop”.
Difficile prevedere i volumi complessivi per il 2025, ma il mercato attendo operazioni di entità considerevole. Circa un 30% degli intervistati del panel di EY ha dichiarato la propensione effettuare investimenti da oltre 100 milioni ciascuno. “Gli investitori continuano a prediligere nelle scelte di investimento i Retail Park (39%) e i cosiddetti Big Boxes (32%), privilegiando i prodotti core, ma con un approccio opportunistico” ha aggiunto Daviddi.
“Performance positive dei retailer, crescita dell’occupancy e rendimenti più elevati rispetto alle altre asset class sono i punti di forza per chi sceglie di investire nel retail, tornato ad essere attrattivo nell’ultimo anno e che ci aspettiamo continui ad esserlo anche nei prossimi 12 mesi” ha commentato Luca Lucaroni, vice presidente vicario di Cncc.
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