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Lascia un effetto strano, un giro di sabato pomeriggio al centro commerciale Vulcano di Sesto San Giovanni.

È sabato 8 febbraio, una giornata piovosa, che in teoria dovrebbe indurre le famiglie a rifugiarsi al chiuso e magari approfittare dell’offerta food per “allungare” verso la cena.

Al Vulcano, verso le 16, è andato in scena uno degli innumerevoli spettacoli che strizzano l’occhio al target famiglie con bambini. Questa volta era un talent. Tra dicembre e gennaio, il centro ha ospitato quasi una quindicina di eventi, tra baby bubble show, talent, art attack e gli immancabili incontri con Babbo Natale, la Befana e i supereroi. Gli eventi sono sempre pieni di famiglie.

Dopo, però, sembra che tutti siano fuggiti. Fra le 18 e le 19, i corridoi e i negozi sono mezzi vuoti, in alcuni tratti c’è un silenzio che quasi invita a parlare a bassa voce. Le serrande abbassate, che andrebbero rilocate, non sono poche.

Tra basso costo e qualche puntata verso l’alto

Oggi il Vulcano propone un mix in cui si va dall’ultra economico a una fascia medio-alta. Nel primo gruppo, si nota persino un negozio Shein, proprio un store fisico con i prodotti venduti dal portale ecommerce cinese. Diversi negozi, specialmente al piano terra, sono pieni di “cineseria” a basso prezzo. La zona più viva sembra il supermercato della Gdo, ossia il Conad Superstore che ha sostituito qualche anno fa il Gigante.

In mezzo tanta scelta, come le calzature di Bata o Deichmann. Un redivivo Conbipel. Poi si sale, sia di livello, sia con le scale mobili, verso marchi come Max Mara, Calvin Klein, Tommy Hilfiger, il monomarca Adidas. Qui non ci sono i campioni dello streetwear che stanno macinando grandi numeri, a partire da Jd Sports, ma anche Foot Locker o Snipes.

Lo stesso vale per il food. Si va dal baretto “no logo” senza pretese, a brand inossidabili come Old Wild West e la Piadineria, relative new entry come I Love Poke e Billy Tacos. Una volta, ora non più, c’era McDonald’s. Attorno ai ristoranti, le luci sono tante, le persone poche. Sono le 19, è un po’ presto per cenare, ma la sensazione è che la serata non vada verso il tutto esaurito.

Sipario calato sull’elettronica di consumo, con un Euronics Nova che aveva appena fatto in tempo a riaprire (metà 2023) per poi richiudere le serrande.

Certo, la gestione commerciale prova a muovere le carte. Di recente sono arrivare due novità, anche queste all’insegna del basso costo: SinSay a livello di moda e il pollo KFC che ormai sta aprendo alla velocità della luce (qui lo store è opera di uno degli affiliati più forti, Original Bucket).

Una visita di qualche ora non pretende di dare un giudizio univoco su un centro commerciale. Ma restituisce una sensazione di massima. Qui, la sensazione è stata che non sia tanto questione di mix merchandising, quanto di spazi da riempire, davvero troppi rispetto al mercato e al bacino di oggi. Il Vulcano ospita potenzialmente 160 attività. Oggi saranno un centinaio.

Costruito nel 2006, oggi nella morsa della concorrenza

Il centro, inaugurato nel 2006, appartiene al gruppo di Gaetano Caltagirone. Fa parte di un ampio progetto di sviluppo, compreso il residenziale, di una delle tante aree ex industriali di Sesto San Giovanni, tema infinito da non ridurre qui in poche righe.

Il Vulcano è sorto in anni in cui “ancora si costruiva”. La sua apertura è arrivata quasi in contemporanea a quella del Centro Sarca, anche questo al confine tra Milano e Sesto. Pochi mesi prima Pirelli Re (ve la ricordate?) aveva inaugurato sulla stessa strada il Bicocca Village, che oggi a livello food propone una varietà formidabile. E gode del traino del cinema Uci (mentre Sarca ha Notorious).

A nord-ovest di Milano, nel 2004 era sorto l’Iper Portello. Poi nel 2016 è arrivato il Centro di Arese e poi ancora Merlata Bloom, mentre in provincia si espandevano il centro Esselunga di Lissone, il Maestoso a Monza, il centro Brianza-Carrefour a Paderno. Tutti a insistere sul quadrante nord dell’area metropolitana, dove ciascuno di questi punti dista 20 minuti di auto l’uno dall’altro.

Nel 2022, il leasing commerciale del Vulcano era passato in mano a Sonae Sierra. Ma è durata poco. Ogg il contratto è terminato.

L’intasamento dell’offerta nella stessa area geografica, si capisce, non mette sotto pressione solo il Vulcano, anche gli altri. Questo centro probabilmente paga di più una struttura datata, rispetto ai canoni di oggi, e la mancanza di un’ancora forte di richiamo, che sia il cinema o una food court spaziosa. Più naturalmente tutte le incognite che gravano sul commercio di oggi, dall’eCommerce alla fragilità dei consumi.

A.L.