Skip to main content

Mentre proseguono i colloqui sul futuro Coin, con il prossimo appuntamento al Mimit il 22 aprile, emergono alcuni dettagli del business plan su cui si basa il rilancio del gruppo.

Il piano comprende una revisione dei punti vendita, dell’offerta e una diversa struttura relativa ai modelli di fornitura, a favore dei marchi propri e delle “concessioni”, che consentono margini più elevati e un minore assorbimento di cassa di magazzino, con una conseguente riduzione della modalità wholesale.

Anche CityLife tra le chiusure

Per quanto riguarda i negozi, sono confermate le nove chiusure, ossia Roma Bufalotta, Roma Lunghezza e Latina (già chiusi), dove si lavora per ricollocare i 56 lavoratori coinvolti.

Il punto vendita di Roma Termini chiuderà tra maggio e giugno 2025, mentre sono confermate le chiusure di San Donà di Piave entro il 30 aprile 2025, Milano City Life entro il 31 luglio 2025, Bologna (data in fase di definizione), Bassano del Grappa e Vicenza, su cui però potrebbero aprirsi nuovi scenari, segnala la sigla sindacale Fisascat.

Oltre al lavoro sull’ottimizzazione dei negozi, il business model di Coin cambierà pelle su diversi altri aspetti.

Come cambia la struttura del business

Sarà rivista l’offerta di prodotto Coincasa, verrà ampliata quella bath&beauty, su cui si cercherà anche di profilare la gamma per singolo punto vendita.

A livello di vendite nette in negozio, nel 2026 si toccano circa 294 milioni di euro. Nel confronto con il 2023, le categorie di prodotto a crescere di più saranno l’abbigliamento donna (+12,8%), beauty (+11,9%) e uomo (+11,8%) mentre rimane praticamente piatto il bambino.

Dal 2026, i prodotti bellezza e della categoria general merchandising sbarcano anche sull’eCommerce.

Una parte dei risparmi passerà anche tramite la ridiscussione dei contratti di affitto dei negozi, dove si cercherà con le proprietà di introdurre elementi di canone variabile.

Ci sono anche buone notizie, sul fronte investimenti, perché il piano prevede un incremento della forza vendita, per quei negozi che rimangono aperti. E sono già previsti circa 8 milioni di euro di investimenti (grosso modo sul biennio 2026-2027) per l’ammodernamento degli store.

A livello operativo, la profittabilità dovrebbe risalire gradualmente. E dopo un 2025 ancora con Ebitda negativo (-6,5 milioni), già dal 2026 il valore tornerà in positivo, a 25,6 milioni, per toccare 29,9 milioni, pari all’8,7% delle vendite, nel 2029.