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Il retail real estate italiano ha catalizzato investimenti per circa mezzo miliardo di euro nel primo trimestre 2025.

Il dato, secondo World Capital, si attesta a 480 milioni di euro e rappresenta circa il 17,5% dei 2,7 miliardi complessivi del real estate commerciale.

Nel confronto con il primo trimestre 2024 la crescita è enorme, perché in quel periodo i volumi si erano fermati a 100 milioni. L’andamento, quindi, è senz’altro positivo. Benché, come accaduto l’anno scorso, il dato generale è molto influenzato da singole operazioni, di particolare ammontare e pregio.

Il primo trimestre 2025 ha visto chiudersi l’operazione con cui Kering ha ceduto il 100% di The Mall Luxury Outlets all’operatore americano Simon, per 350 milioni di euro. The Mall gestisce due destinazioni outlet di lusso in Italia, una a Leccio, vicino a Firenze, e l’altra a Sanremo.

Accanto a questa compravendita, secondo DILS sono andate in porto “alcune importanti operazioni High Street a Milano e Firenze”. Come volumi “è il miglior avvio d’anno dell’ultimo quinquennio” aggiunge la società.

Dando uno sguardo ai rendimenti, Bnp Paribas Real Estate segnala una media del 4% per l’high street retail e del 7,5% per i centri commerciali. Come media europea, Savills indica un 4,3% di Yield per le high street, 5,85% per i grandi magazzini (retail warehouses) e il 6,15% per i centri commerciali. C’è una differenza di quasi un punto e mezzo, tra media europea e italiana, a livello di shopping center. Spia del fatto che buona parte del nostro portafoglio oggi può rappresentare una buona occasione, come prezzo, a patto di avere una propensione al rischio adeguata.

Rispetto ai canoni di locazione, secondo CBRE grazie al miglioramento della domanda, nel corso dell’anno si andrà incontro a una crescita dei canoni prime dell’1,9% a livello europeo (media ponderata fra high street e centri commerciali). In questo contesto, Regno Unito, Italia ed Europa centrale vedranno un aumento maggiore.