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I consumi nel primo trimestre dell’anno segnano una flessione del 2,6%, secondo l’osservatorio Confimprese-Jakala.

Fra i settori merceologici, si segnala la flessione della ristorazione a -2,6% e, ancora più pesante, la categoria “altro retail” a -6,7%, mentre invece la sezione “abbigliamento-accessori” chiude a -0,8%, con un buon avvio all’inizio di gennaio e una successiva caduta in febbraio/marzo.

Rispetto ai canali di vendita, le high street sono a -4,6%, i negozi di prossimità a -2,2%, mentre tengono meglio i centri commerciali, a -1,8%.

Rispetto alle aree geografiche, più in affanno il Sud (-3,2%), il Nord mostra un calo nella media, mentre il Centro è a -1,4%.

Il dato è senz’altro pesante e conferma l’incertezza dei consumi nota dagli operatori. Eppure c’è un dato squisitamente statistico che fa ben sperare e che potrebbe aver pesato oltre il dovuto, nel confronto fra I trimestre 2024 e stesso periodo 2025.

L’anno scorso, infatti, il fine settimana di Pasqua (30-31 marzo) era ricompreso nei dati, a differenza invece del 2025. Il buon andamento del turismo, per il lungo ponte di Pasqua e 1 maggio, potrebbe far “rimbalzare” in positivo il dato sul secondo trimestre.

Alcuni dati elaborati da Enit e Ministero del Turismo segnalano arrivi aeroportuali in aumento del 4,5% tra marzo e maggio 2025. Mentre Fipe-Confcommercio afferma che gli italiani a pranzo al ristorante, a Pasqua, sono stati circa 6,5 milioni. Un numero almeno in linea con il 2024.

Le presenze turistiche potrebbe andare a risollevare in modo particolare i dati delle high street.

“Il mese di aprile sarà un’utile cartina di tornasole per verificare la solidità o meno dei dati in flessione fin qui registrati, anche alla luce del permanente deterioramento della situazione internazionale” riflette Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese. “Per il prossimo futuro occorre valutare con attenzione i fattori esogeni come l’arrivo delle temperature primaverili che possono incidere sulle abitudini di consumo degli italiani, soprattutto per abbigliamento-accessori e ristorazione. Potrebbe tornare la voglia del consumo fuori casa e del cambio stagione, fattori positivi per l’andamento dei consumi, anche se preoccupa un possibile rimbalzo inflazionistico”.