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Il detto “follow the money” non sbaglia mai: ecco perché i brand accelerano lo sviluppo sul Medio Oriente, a fronte di un’Europa e un’America sature.

Tra i colossi del fast fashion, Primark ha aperto il suo primo store in Medio Oriente, presso Grand Plaza, The Avenues, Kuwait, in collaborazione con Alshaya Group, uno dei principali operatori internazionali nel settore del franchising retail. L’apertura (5.600 metri quadrati) segna l’ingresso nel 18mesimo mercato mondiale per Primark.

Da questa partnership deriverà anche l’apertura di tre nuovi store a Dubai nella prima metà del 2026: Dubai Mall, City Centre Mirdif e Mall of the Emirates.

Alshaya è un colosso da circa 10 miliardi di dollari di ricavi l’anno, che sviluppa nella regione brand del calibro di H&M, Victoria’s Secret, Starbucks ed ha appena portato il primo ristorante, in Qatar, della nota catena americana Chipotle.

In Medio Oriente, con il più piccolo partner Etolie Group, si sta sviluppando già da qualche anno Yamamay. Una novità è che ora l’accordo potrebbe riguardare anche il brand dedicato all’intimo maschile Yman, che da poco ha aperto un nuovo monomarca in centro a Milano. Si tratta del 21esimo negozio italiano soltanto dedicato all’uomo, per il marchio controllato da Pianoforte Holding.

In espansione in Medio Oriente anche Coccinelle, da poco approdato con la nuova boutique presso The Galleria Al Maryah Island Mall, di Abu Dhabi.

Tra le curiosità che riguardano la regione, da segnalare anche lo sbarco nel travel di Pop Mart e delle sue famose Labubu. Sarà Qatar Duty Free ad aprire il primo negozio del brand in Medio Oriente presso l’Aeroporto Internazionale di Hamad.

Intanto prosegue anche l’investimento promesso da Eataly nella regione, con un piano per 40 aperture complessive e 100 milioni di investimento. Un piano che però ora si fonda su basi diverse rispetto a prima. Il progetto infatti continua a poggiare sulla collaborazione con l’attuale partner Azadea Group, ma non più con un rapporto di affiliazione (che continua a riguardare i punti vendita già esistenti), ma grazie a un accordo di joint venture siglato fra Investindustrial e la stessa Azadea (che avrà una quota di minoranza).