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Notizia di questi giorni: la catena di supermercati britannici Asda ha rivenduto il marchio di ristoranti LEON al suo fondatore, John Vincent.

Vincent torna in sella a un brand che aveva fondato, con altri soci, più di vent’anni fa. Finito poi al centro di una repentina girandola.

Nell’aprile 2021, LEON (circa 70 punti vendita tra diretti e franchising) era stato acquisito per circa 100 milioni di sterline da EG Group. Nell’ottobre 2023 è passato ad Asda, nell’ambito di un mega deal con cui EG Group aveva ceduto ad Asda tutte le sue operazioni inglesi (quindi le stazioni di servizio e gli accordi commerciali con brand quali Starbucks, KFC, Sbarro ed altri).

Ora Asda si libera di LEON. E anche se non viene comunicato l’importo dell’operazione, la stampa inglese ha ipotizzato un valore compreso fra i 30 e i 50 milioni di sterline. La metà, se non un terzo, rispetto al 2021.

Nel frattempo, l’ultimo bilancio dell’azienda riporta una perdita di circa 8,4 milioni di sterline a fronte di qualcosa più di 60 milioni di ricavi.

Quest’operazione arriva dopo mesi di vero e proprio stress per il mercato inglese. E trova diversi collegamenti con l’Italia.

I collegamenti con l’Italia

Eg Group è impegnata in un pesante piano di riduzione del debito. Ha venduto tutte le attività italiane a un consorzio di famiglie locali, ma è anche uscito definitivamente dall’Australia.

LEON faceva parte del pacchetto di brand che doveva sviluppare in Italia SSP, operatore del travel retail che però sta lasciando il nostro Paese dopo neanche due anni di attività. Rimane ancora aperto, va detto, il ristorante LEON a Roma Termini.

Andiamo avanti. Ricordate Brewdog? Il produttore di birra, nonché catena di pub inglesi, super pompata sui social dal suo fondatore James Watt? Non è scomparsa, ci mancherebbe. Ma la crescita era stata troppo veloce e si è scontrata con un mercato stagnante. Nel corso del 2025, il marchio ha operato una decina di chiusure, scendendo a circa 60 pub tra Inghilterra e Scozia. Il rilancio è affidato a James Arrow, che nel 2024 ha preso il posto di Watt come Ceo.

Brewdog, almeno in teoria, era in procinto di arrivare in Italia, tramite un accordo con la società 4 Food Srl. Si trattava solo di definire la location milanese, come avevamo raccontato in questo numero della rivista retail&food. Ma poi non se n’è fatto più niente.

Restando in tema, 4 Food Srl è lo stesso operatore che sta gestendo El&n in Italia, la pink-caffetteria instagrammabile fondata a Londra e protagonista di una discreta diffusione all’estero. Lo sviluppo, in realtà, si è fermato. Il gruppo ha chiuso il costoso punto vendita a Parigi, nella zona del Louvre, e sta abbandonando la joint venture francese.

In Italia, è stato chiuso il primo punto vendita, quello di piazza Liberty a Milano. Rimane quello di piazza Gae Aulenti, nel quartiere Porta Nuova a Milano, che in effetti sembra sempre pieno. Ma per ora, le ipotesi di sbarcare a Venezia o a Roma sembrano del tutto rimandate a data da destinarsi.

Fra i marchi di derivazione inglese, sembrano in salute, almeno per ora, Pret a Manger e Costa Coffee. Che però, saggiamente, hanno pochi punti vendita e soprattutto restano nell’ambito del travel retail (il primo con Chef Express, il secondo con Autogrill), dove possono godere di una quota indispensabile di clienti internazionali.

Certo, non si esaurisce in poche righe una quadro esaustivo sul foodservice britannico. E c’entra poco il famoso mantra per cui “quant’è difficile portare il cibo agli italiani, i maestri dello spaghetto”. C’è qualche problema di proposta e di menù, ma a pesare è soprattutto il contesto di consumi deboli di tutta l’Europa occidentale, dove ormai manca lo spazio per crescere in porzioni di territorio ormai sature. Fatta eccezione per i fast food e per tutto quel che tiene basso lo scontrino.

A.L.