Mystery in shop – JH1912: capitali cinesi (tra)vestiti dal design italiano

We create authentic Italian Design: la nuova mission del colosso cinese del tessile Jihua Group parte da Milano, dove ha aperto il suo unico punto vendita JH1912 lontano dalla Grande Muraglia. Corso Europa, al civico 11, da un paio di mesi ospita infatti il primo flagship internazionale del brand di abbigliamento, che abbiamo visitato in data 15 gennaio. Storia, obiettivi e store locator sono consultabili al sito www.jh1912.com .

Linee, tessuti e finiture di qualità, concepiti in Italia e dal gusto squisitamente occidentale, sono illustrati da cartellini che accostano i grafi latini agli ideogrammi cinesi; lo scontrino alto, allineato alla concorrenza, presenta un buon rapporto qualità/prezzo; e ancora, il design e l’arredo del punto vendita si presentano essenziali ma curati, con qualche “peccato di gioventù” da sistemare, e sono impreziositi da un servizio alla clientela efficace e cortese. Questo è il primo risultato dell’operazione commerciale che ha visto la società comasca Tessitura Majocchi di Albavilla, una quindicina di dipendenti in tutto, avvicinarsi al gigante cinese da 32 miliardi di dollari di fatturato, Jihua Group. Lo stesso operatore che, insieme all’italiana Arcoretail, ha avviato un progetto da 36 destination center nella Repubblica Popolare.

Il negozio meneghino, ubicato lungo i portici di corso Europa, proprio accanto alla seicentesca Chiesa di San Vito in Pasquirolo in Largo Corsia dei Servi, presenta vetrine su ben tre lati, dove esibisce i pezzi pregiati della collezione. All’interno si articola su due livelli (terreno e -1), con una superficie di vendita che a spanne non raggiunge complessivamente i 200 metri quadrati. L’unico ingresso, rosso come il colore del logo, apre a uno spazio decisamente ridotto ma accogliente, nel quale spicca il logo del negozio affisso sulla parete retrostante al bancone. Qui si trovano, oltre a una selezione dei capi di abbigliamento, gli scarponi invernali (in perfetto stile Yellow Boot di Timberland, per intenderci), zainetti e alcuni accessori, come gli orologi da polso brandizzati JH. Ma è al piano di sotto che pulsa il cuore dell’offerta, composta prevalentemente di abbigliamento “hi-tech” resistente al freddo, all’acqua e al vento, ideale per i businessman che si muovono nella city con le due ruote. Confort e soprattutto tecnologia derivano dal know how maturato dall’azienda comasca nel vestire l’Esercito italiano, quello britannico e la polizia spagnola.

Articolato a forma di L, il piano inferiore presenta frontalmente un completo tecnico per sciatori, più di impatto visivo che altro, e sulla sinistra, nel lato corto della stanza, uno stock di abbigliamento da donna. Questo, che pesa a volume più o meno il 20% dello stock totale dello store, appare non immediatamente individuabile, a tal punto che è stata l’addetta alle vendite a farcelo notare. Evidentemente la sezione dedicata alla donna al momento è solo marginale, anche se dovrebbe essere valorizzata maggiormente.

Giacche, pantaloni, maglioni, camicie e t-shirt, rigorosamente da uomo, occupano tutto il resto dello spazio, con un’esposizione minimale ma efficace. L’ambiente risulta moderno, sia nelle linee, squadrate, che nei colori, in cui dominano il bianco delle scaffalature e il marrone scuro del parquet.

Buono il servizio: la commessa, a cui abbiamo chiesto qualche informazione sul negozio, si è dimostra gentile e ben informata.

Come ipotizzabile dal posizionamento dell’offerta, sia in termini di referenze che di prezzo, e dallo scarso afflusso di visitatori in orario lavorativo (a metà pomeriggio eravamo gli unici presenti nel negozio), il cliente tipo di JH1912 è rappresentato dai numerosi impiegati e soprattutto dai dirigenti alto spendenti che popolano gli uffici di corso Europa e della Milano “bene”. A.P.

I giudizi (1 stella = insufficiente – 5 stelle = eccellente)

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