Dalle bevande ai gelati passando per i prodotti parafarmaceutici e i gadget, il settore dei distributori automatici cresce a un ritmo del 4,7% annuo. Questo il dato principale che emerge dal rapporto della Camera di Commercio di Milano Brianza Lodi confermati da Confida.
A farla da padrona è sicuramente Ivs che nello stesso periodo ha presentato i conti del primo semestre: fatturato consolidato pari a 231,1 milioni di euro, in crescita del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2018.
I dati del settore
Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano Brianza e Lodi, sono oltre seimila le attività nel settore dei distributori automatici tra sedi (3.620) e unità locali (2.676) e crescono del 4,1% in un anno e del 17,7% in cinque, grazie soprattutto all’apertura di nuove unità locali mentre le sedi di impresa restano stabili (+1% dal 2014). Cifre certificate da Confida, l’associazione italiana di riferimento, per cui il fatturato del settore cresce del 4,7% affermandosi a quattro miliardi grazie a circa 822mila vending machine installate su tutto il territorio italiano (per 12 miliardi di consumazioni all’anno). A livello geografico, la Lombardia detiene il primato per numero di attività e un peso di circa il 13% sul mercato nazionale. Se si restringe il focus a livello urbano è Roma a guidare la classifica grazie a 431 attività, 6,8% del totale italiano. «Gli sforzi delle aziende del settore sono attualmente orientate all’innovazione tecnologica delle vending machine che oggi iniziano ad essere connesse, dotate di touch screen per una migliore esperienza d’acquisto del consumatore e di pagamenti cashless. Ma l’impegno dell’intero comparto si sta orientando anche e soprattutto verso la qualità e la varietà dei prodotti alimentari offerti e verso la sostenibilità», ha spiegato Massimo Trapletti, presidente Confida, tratteggiando il futuro prossimo del settore.
La leadership di Ivs
Primo gruppo italiano e secondo a livello europeo, Ivs ha comunicato i risultati del primo semestre 2019. Oltre al fatturato, cresce anche l’ebitda adjusted attestato a 55,1 milioni di euro, in aumento del 10,2% rispetto al 2018, con un’incidenza sul fatturato pari al 23,7%. L’utile netto del gruppo bergamasco ha quindi toccato quota 13 milioni di euro concedendosi anche il perfezionamento di sei nuove acquisizioni in Italia e Francia, per un valore di circa 35,2 milioni di euro.
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