Intervista a Luca Pizzighella, brand manager di Signorvino
Quanti sono i negozi Signorvino che siete stati costretti a chiudere?
Ancor prima dello scoppio della crisi sanitaria, prima che il Governo approvasse il decreto del 12 marzo, abbiamo deciso di chiudere tutti i nostri 17 punti vendita distribuiti interamente sul territorio italiano in linea con la decisione
del Gruppo Calzedonia di cui facciamo parte. Questo è stato un atto doveroso. Fino all’ultimo abbiamo sperato che tutto fosse sotto controllo ma l’evoluzione del contagio ci ha costretto ad abbassare le serrande.
Quali progetti avevate prima della serrata?
Avevamo in programma di raggiungere i 25 punti vendita alla fine del 2020, ma i cantieri attualmente sono fermi.
Signorvino è stato fra i sottoscrittori dell’appello lanciato dall’Unione Brand della Ristorazione. Riguardando indietro, che riflessione si sente di fare?
Siamo stati coinvolti soprattutto per la raccolta fondi da donare alle realtà in prima linea nella lotta al Coronavirus; cosa che abbiamo fatto ben volentieri. Certo, in quel momento tutti condividevamo la volontà di dimostrare e far capire che gli imprenditori e la società di Milano volevano andare avanti in un momento di difficoltà che colpiva tutto il tessuto cittadino. Probabilmente, non era chiaro a tutti, in primis alle istituzioni, quali fossero le azioni da intraprendere tanto che il messaggio che avevamo lanciato è stato un po’ frainteso e accolto quasi come un libera tutti. Internamente, cioè per quanto riguarda i partecipanti all’iniziativa, l’obiettivo era quello di fare squadra di fronte all’avversità che si stava palesando. In sostanza, per la prima volta, diversi brand della ristorazione hanno potuto confrontarsi direttamente e mettere a fattor comune le varie esperienze e conoscenze. Non fosse altro che per le pratiche e le regole da utilizzare per preservare la sicurezza di clienti e dipendenti. Insomma, non c’era la volontà di star fuori dalle regole quanto, tutto al contrario, quella di approfondirle e capirle in un momento di forte incertezza. Ovviamente, una settimana dopo il messaggio che già tutti condividevamo era: Milano si deve fermare per ripartire più forte.
Come state gestendo il personale attualmente?
Abbiamo chiesto il ricorso alla cassa integrazione e stiamo seguendo da vicino l’iter. Attualmente, tutti i nostri collaboratori sono in ferie.
Il canale online può essere un’alternativa per continuare il proprio business?
Stiamo predisponendo il progetto dell’eCommerce da sei mesi e saremo live a luglio. Manteniamo il cronoprogramma e la strategia intrapresa pre-Coronavirus. Una scelta che oggi viene rafforzata dalle circostanze. Per quanto riguarda il delivery, veniamo da alcuni test con un partner esterno per quanto riguarda la consegna del vino mentre non abbiamo mai attivato la consegna a casa dei piatti pronti che erano disponibili solo in modalità take away. Anche per il food, però, prima del lockdown avevamo in programma dei test su Milano in partenza ad aprile. Stiamo valutando se proseguire o meno.
Nei vostri punti vendita gli eventi giocano un ruolo importante nella customer experience. Potranno essere un traino per la ripresa?
Sicuramente, in quelle location più turistiche in cui siamo presenti, l’assenza di eventi pubblici a cui collegarsi o richiamarsi con eventi in store potrebbe inizialmente incidere un po’ sull’afflusso della clientela. La nostra fortuna
è quella di poter contare su uno zoccolo duro di consumatori italiani che, si spera, una volta che le città torneranno a vivere, saranno i primi a farci visita. Senza dover aspettare le date dei nostri eventi, insomma, che comunque sono
in fase di riprogrammazione.
Questione locazione: come state procedendo?
Come tutti i player del settore, anche noi abbiamo chiesto ai landlord di venirci incontro sul tema degli affitti. E in questo siamo fortunati perché nel tempo siamo riusciti a instaurare ottimi rapporti con molti proprietari e con
qualcuno abbiamo già trovato degli accordi. D’altronde, anche i landlord sono nella nostra stessa situazione e con gli immobili che non sono disponibili capiscono che risulti difficile corrispondere il canone.
Come cambia il marketing?
In questo periodo di pausa forzata, in modo spontaneo, i nostri collaboratori hanno dato avvio a delle classi di approfondimento sul vino e le sue caratteristiche. Assieme al nostro wine specialist, i nostri ragazzi si sono organizzati con delle sessioni di studio in videochiamata. Materiale che poi viene ripreso anche dai nostri canali social in modo più strutturato per continuare a interagire con la nostra community.
N.G.
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