Un sguardo al futuro dei consumi del largo consumo non alimentare arriva dall’ultimo Osservatorio Non Food 2020 di GS1 che individua i cambiamenti e le nuove sfide che attendono il settore nel 2021. Un anno carico di incognite dopo un opaco 2019 e gli ultimi mesi segnati dagli effetti dell’emergenza Covid-19.
Lungo oltre 200 pagine, il report GS1 sul largo consumo non alimentare italiano analizza l’andamento di 13 comparti merceologici – dall’abbigliamento al casalinghi, dai mobili agli elettrodomestici, dal bricolage all’edutainment – negli ultimi tre anni attraverso il contributo di REF Ricerche e Metrica/TradeLab.
I dati 2019-20
Se il 2019 è stato un anno positivo per l’universo non-food (sebbene per non tutti i settori), il 2020 ha rappresentato l’anno zero. L’anno scorso la dinamica dei consumi si era chiusa al +1%, in crescita per il quinto anno consecutivo, sebbene in riduzione del 50% rispetto al 2018. Una situazione in chiaroscuro che conferma come il clima di incertezza avesse già colpito i consumi delle famiglie prima dell’emergenza sanitaria. In totale, comunque, le vendite dei 13 comparti analizzati da GS1 viaggiavano intorno ai 103 miliardi di euro trainati da edutainment (+4,5%), profumeria (+2,9%), prodotti di automedicazione (+1,9%), mobili (+1,8%) e gli articoli per lo sport (+1,2%). Mentre abbigliamento e calzature (-2,7%), tessile casa (-2,4%), giocattoli (-3,7%) e cancelleria (-1,6%) avevano rallentato il mercato. Di tutt’altro segno il 2020. L’anno in corso, caratterizzato dal lockdown forzato causa Covid-19, dovrebbe chiudersi con una forte riduzione delle vendite per 12 comparti analizzati su 13. Unica eccezione, i prodotti per automedicazione (che spiegano meglio di altre dinamiche la preoccupazione degli italiani per l’andamento della pandemia). Fra i settori più colpiti ci sono: cancelleria (-32-40%), abbigliamento e calzature (-30-39%), bricolage (-18-25%) ed eudutainment (-15-22%). In generale, a soffrire maggiormente sono le grandi catene e le superfici specializzate, con il 68% dei frequentatori abituali decisi a ridurre le visite nei punti vendita. A compensare, almeno a livello statistico, c’è la crescita dell’eCommerce che, a fine anno, supererà l’incidenza del 10% in diversi mercati non alimentari. Tanto che dal 15 al 25% dei consumatori intervistati da GS1 dichiara di voler sostituire gli acquisti fatti nei negozi fisici con quelli realizzati via web.
Le previsioni per il 2021
Cosa aspettarsi nel 2021, quindi? Considerando che il 30,1 degli intervistati ha dichiarato di aver deciso di rinviare al prossimo anno gli acquisti fondamentali, GS1 avanza un cauto ottimismo per i consumi non-food. A concretizzarli contribuiranno alcuni fattori congiunturali, le novità tecnologiche e l’applicazione dei bonus e degli incentivi statali. Nel biennio 2021-2022, in particolare, sono attese importanti novità nella telefonia e nell’elettronica di consumo in generale, come la tecnologia 5G e il successivo switch, che richiederà apparecchi televisivi di nuova generazione. Una spinta ai consumi è attesa anche dal ricorso ai bonus e agli incentivi statali, che hanno già determinato risultati positivi in alcuni mercati (elettrodomestici e mobili, micromobilità e libri).