Una nuova rivoluzione è alle porte, Amazon apre la sua farmacia online, per ora solo in America. E il mondo delle farmacie perde punti in borsa. Nell’anno del Covid, basterebbe questa notizia per far capire la portata storica dello sviluppo presente e futuro dell’eCommerce e dei marketplace.
Guardando invece all’Italia, con oltre 8 miliardi di euro di fatturato e più di 16mila persone occupate nel 2019 – un trend in forte crescita negli ultimi 5 anni – i marketplace risultano il settore economico a maggior crescita non solo dell’eCommerce, ma del totale dell’economia del settore privato nella Penisola, configurandosi come un attore chiave nello scenario retail e non solo.
Arrivando al 2020, l’eCommerce legato alla vendita di prodotti dovrebbe superare quota 23 miliardi di euro, pari al +31% rispetto al 2019, con una penetrazione dell’8% sul totale dei consumi.
Altrettanto indicativo, quest’anno le vendite eCommerce B2C di prodotto vedono le dot-com scendere di due punti, al 75%, rispetto ai player tradizionali, che salgono al 25%, a dimostrazione delle significative performance (+43%) fatte registrare online dagli operatori della grande distribuzione alimentare e non.
Con questi numeri e sul concetto di omnicanalità si è aperto l’evento in streaming intitolato Marketplace: Ruolo e Opportunità per lo Sviluppo delle Imprese, promosso da Netcomm, Il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, che si è svolto mercoledì 18 novembre.
Tra gli ospiti dell’evento, il presidente dell’Agenzia ICE, Carlo Ferro e i rappresentanti di alcuni dei principali marketplace, come Alibaba, Amazon, eBay, Eprice, LaRedoute e ManoMano. A questi interventi è seguito quello del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano.
«I marketplace – ha spiegato Roberto Liscia, presidente di Netcomm – sono un attore sempre più rilevante nel panorama della distribuzione e sono diventati un punto di riferimento per i consumatori. Questo lo hanno ben compreso non solo le aziende che decidono di aprire una propria vetrina sui siti aggregatori, ma anche i retailer che hanno incluso questo modello di servizio all’interno del proprio business. L’auspicio – prosegue Liscia – è che i marketplace possano rappresentare per le imprese italiane un canale per superare la crisi in atto. Pensando in particolare al piccolo dettaglio, i marketplace potrebbero agire come soggetto abilitatore del proximity commerce, in un momento in cui l’integrazione tra canali fisici e digitali dei negozi di vicinato non solo è un bisogno dei consumatori, ma una strada necessaria per rimanere competitivi».
Geograficamente le imprese marketplace appaiono distribuite su tutto il territorio nazionale, seppur con una prevalenza nel Nord Ovest del Paese, così come per il fatturato, che nella sola Lombardia sfiora i 5 miliardi di euro. Guardando alla loro distribuzione merceologica, i comparti Elettronica/ICT e Moda sono quelli maggiormente rappresentati tra i marketplace attivi in Italia, ma è dal comparto generalista – con uno dei tassi di crescita più elevato negli ultimi 5 anni – che si origina più della metà del fatturato (56%) e dell’occupazione, coinvolgendo praticamente la metà dei 16.400 dipendenti dell’intero settore. Ugualmente in ascesa guardando il periodo dal 2015 a oggi le piattaforme del Food & Beverage (+122,9% nell’arco 2015-19) e quelle del Travel (+102,2%). Comparti, che insieme a quello generalista, hanno registrato anche le migliori performance in termini occupazionali.
L’eCommerce B2B
Parallelamente alle vendite online su marketplace B2C, un trend in forte ascesa, anche se ancora agli albori in Italia, è dato dalle vendite online su marketplace B2B, con un evidente riflesso nella nascente convergenza tra i marketplace B2B e il settore fieristico. Di eCommerce business-to-business ha parlato Luca Curtarelli, head of business development Italy di Alibaba – nel mondo Alibaba.com annovera oltre 26 milioni di buyer e 190 paesi rappresentati – che ha evidenziato come nel 2020 si sia verificata una forte accelerazione nel processo di digitalizzazione da parte delle aziende italiane, anche per quanto concerne il segmento delle piccole e medie imprese.
«Con l’inizio della pandemia abbiamo visto un incremento importante dell’adesione di queste realtà, sia lato vendita che lato acquisti – ha dichiarato il manager – Il tasso di adesione ad Alibaba.com è stato del +300%, trainato soprattutto dalla crescente richiesta di prodotti italiani e di prodotti differenzianti per maggiore qualità, andando oltre la logica del solo fattore prezzo quale elemento chiave per la scelta dell’acquisto. Di questo +300%, che include dai grandi gruppi alle medie, piccole fino alle micro imprese, il 70% è costituito da aziende che hanno hanno meno di 50 dipendenti».
La visione dell’evento Netcomm è disponibile a questo link.
Riproduzione riservata © retail&food