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La ripresa dopo l’emergenza coronavirus, passa dagli istituti di credito chiamati a fornire liquidità alle imprese. Un passaggio che dopo i primi ostacoli, sta dando i suoi frutti. In prima fila, UniCredit che ha già erogato oltre 650 milioni a 30mila aziende.

Secondo gli ultimi dati ABI le domande inviate dalle banche al Fondo di Garanzia hanno superato quota 413mila il 29 maggio. Il tutto per un ammontare di oltre 19 miliardi di finanziamenti richiesti. Di queste domande di prestito, quelle fino a 25mila euro sono divenute quasi 374mila per 7,7 miliardi richiesti. Eppure, la querelle fra istituti di credito-imprese ritorna ad ogni giro di crisi. Il tema è sempre lo stesso: l’accesso alla liquidità. Soprattutto quella garantita dallo Stato. Una richiesta percui, nonostante l’emergenza coronavirus, servono tempo, istruttorie, chiarimenti. Innanzitutto fra istituzioni. Ora «stiamo cercando di garantire un processo quanto più snello possibile», afferma a r&f Remo Taricani, co-ceo Commercial Banking Italy di UniCredit.

Quante richieste avete ricevuto finora dalle aziende per accedere al prestito fino a 25mila euro con garanzia dello stato?

Le richieste da parte delle imprese sono partite con ritmi molto intensi. In questi giorni abbiamo ricevuto domande
pari a circa 60-70 volte quello che è il volume ordinario. Stiamo parlando in Italia di oltre 54mila richieste ricevute e processate, la maggior parte relativa alle richieste di accesso ai finanziamenti fino a 25.000 euro. Protagoniste sono quindi piccole e medie imprese. Per tale tipologia di finanziamento abbiamo deciso di uscire con tassi decisamente competitivi rispetto alla media del mercato perché ci sembrava la cosa giusta da fare in questa fase: a 36 mesi il tasso è zero, a 72 mesi il tasso è dell’1%.

Quanti soldi sono stati erogati?

UniCredit ha erogato oltre 650 milioni di euro a 30 mila imprese italiane che hanno presentato le richieste per i finanziamento fino a 25mila euro. L’obiettivo di UniCredit è raggiungere complessivamente 15 miliardi di prestiti garantiti in Italia.

Quali sono i criteri utilizzati per erogare il credito e, quindi, analizzare la titolarità del retailer a tale beneficio?

Stiamo cercando di garantire un processo quanto più snello possibile. La banca ha rafforzato e accelerato il processo per i finanziamenti richiesti, anticipando l’erogazione in attesa di ricevere la garanzia da parte del Fondo centrale. Per garantire che l’aiuto arrivi a chi ne ha bisogno, abbiamo destinato 500 persone in più alla gestione di questa specifica attività, tutte operanti da remoto. Grazie a questa istruttoria semplificata abbiamo erogato anche lo stesso giorno in cui abbiamo ricevuto la richiesta. In generale, il tempo medio di erogazione è sceso nelle ultime settimane a 2-4 giorni dalla presentazione della domanda completa.

Case history: come è stato deliberato il finanziamento da 10 milioni al Pastificio Di Martino?

Si è trattato della prima operazione in Italia nell’ambito del programma Garanzia Italia di SACE. Successivamente abbiamo anche definito un finanziamento da 21,5 milioni di euro in favore di Elettra Investimenti, in parte assistita dalle garanzie rilasciate da e in parte grazie all’emissione di un minibond sottoscritto dalla stessa banca. Queste iniziative sono frutto della nostra organizzazione: ci siamo da subito attivati per raccogliere le domande e processarle quanto prima.

Altri strumenti di supporto alle imprese?

Come UniCredit siamo partiti dal Decreto Cura Italia: l’abbiamo applicato e abbiamo aggiunto il nostro “pacchetto Emergenza” come segno di ulteriore rafforzamento. Le iniziative vanno dalla sospensione del rimborso quota capitale dei finanziamenti per 3-6 mesi, alla proroga delle linee import fino a 120 giorni, oltre alla concessione di credito di liquidità fino a 6 mesi. UniCredit ha già concesso in Italia 170.000 moratorie tra imprese, privati e leasing, per un volume di 20 miliardi di finanziamenti residui. Per le PMI riserviamo finanziamenti aggiuntivi, pari ad almeno il 10% dell’utilizzato in essere, attraverso la rinegoziazione e/o il consolidamento del debito con la garanzia del Fondo Centrale. Inoltre UniCredit anticipa i termini di pagamento dei propri fornitori in Italia eseguendo pagamenti “a vista” delle fatture. Questo consentirà di accelerare notevolmente i pagamenti rispetto ai termini contrattuali standard di 60 giorni e supporterà ulteriormente le aziende nella gestione del capitale circolante. Infine, abbiamo siglato accordi con Esselunga, Pam e Conad a sostegno delle imprese fornitrici della GDO allo scopo di alleviarne la tensione finanziari.

Quali sono, dal vostro osservatorio, i settori più a rischio di tenuta e, quindi, di generare possibili sofferenze?

I settori che sono più in difficoltà sono quelli colpiti maggiormente dalla durata prolungata del lockdown: hotellerie, restaurant, caffatterie, turismo, servizi alla persona, commercio al dettaglio, centri commerciali, trasporti e automotive. Chiaramente ogni settore ha le sue peculiarità e per questa ragione i nostri gestori hanno competenze specifiche e sono in grado di offrire le soluzioni più appropriate. Nel post-Covid è probabile che cambieranno i pesi specifici tra i settori. La digitalizzazione ha compiuto un balzo importante. Farmaceutica, grande distribuzione e start up attive nelle vendite porta a porta stanno avendo degli effetti positivi.

Nel 2008-11 l’ultima crisi economica. Quali differenze rispetto ad allora?

Si tratta di due tipologie di crisi completamente differenti. La prima, quella del 2008 era originata dal sistema finanziario con ripercussioni sull’economia reale. In questa crisi, a differenza del 2008, le banche non sono parte del problema, ma della soluzione e fungono da meccanismo di trasmissione della liquidità per le imprese e l’economia reale. Banche e imprese oggi debbono essere più vicine. Ce lo chiedono i clienti che hanno bisogno non solo di denaro, ma di consigli, di condividere le scelte strategiche.

La burocrazia sembra uno dei veri ostacoli per avvicinare istituti di credito e imprese.

Quello che serve sono regole semplici e chiare. Rispetto al Decreto Liquidità c’è stata qualche difficoltà iniziale. Essendo un processo da realizzare ex novo ha richiesto uno sforzo non indifferente, ma abbiamo lavorato intensamente per accelerare i tempi.

Outlook 2020?

È difficile fare previsioni in questo momento, molto dipende dall’evoluzione del Covid-19. Posso dire che l’Italia ha una solida struttura e una base molto forte di imprese creative e laboriose e ha anche un forte spirito imprenditoriale che permette di avere grande flessibilità nell’adattarsi rapidamente alle nuove situazioni. L’Italia ha anche un grande polmone finanziario: 4.400 miliardi di euro tra i quali 1.200 miliardi nei conti correnti. Se ben usata è una leva formidabile per ripartire, ma la chiave di tutto sarà riattivare il percorso di crescita nel Paese. Io sono fiducioso.

N.G.

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