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Intervista ad Attilio Briccola, ceo di Bric’s.

Come si compone la rete di vendita Bric’s?

Ad oggi Bric’s conta una rete formata da circa 40 store di cui 30 all’estero. I punti vendita diretti sono 15, distribuiti per lo più in Italia ed Europa. Mentre i restanti 25 sono in franchising. Rispetto a questa forma di gestione del punto vendita, però, è bene fare una precisazione. I monomarca in questione non sono degli store affiliati ma piuttosto negozi aperti in diverse parti del mondo dai nostri distributori locali, come capita in Asia e Medio Oriente dove operano su nostra delega.

Quali sono le caratteristiche del format?

Normalmente la superficie commerciale degli store Bric’s si aggira intorno agli 80-100 mq, con due vetrine e un arredo molto semplice, lineare, caldo e pulito. Il layout, infatti, è caratterizzato dalla presenza di colori tenui tendenti al bianco per le pareti e materiali lignei per le finiture e le componentistiche. L’idea è quella di lasciare parlare il più possibile il prodotto. All’interno, infine, trovano posto circa 200 referenze.

Chi è, quindi, il cliente tipo di Bric’s?

Il nostro target è un consumatore premium, la persona che guarda alla categoria del lusso accessibile. Molto spesso viaggiatori stranieri che vengono in Italia sia per le vacanze sia per impegni di lavoro, circa l’80% del nostro pubblico, e riconoscono nel nostro marchio un sinonimo di qualità Made in Italy. Da qui l’importo dello scontrino medio che si aggira intorno ai 200 euro e una diffusione della rete nelle principali città turistiche e in quelle business.

Come gestite la presenza online e quali servizi omnicanale offrite?

Francamente, la nostra presenza online è ancora un po’ scarsa rispetto ad altri competitor. Per quanto riguarda i servizi omnicanale, invece, qualche passo in più lo abbiamo fatto implementando la possibilità per i clienti di ordinare in-store, tramite tablet, la merce che poi gli viene spedita direttamente a casa. In ogni caso, migliorare su questo fronte è una priorità assoluta per il nostro marchio. In quest’ottica, per esempio, si inseriscono anche le ultime aperture di Roma e Venezia che possono contare su superfici minori, quindi con meno spazio per il magazzino, al fine di spingere il consumatore a utilizzare maggiormente i servizi omnicanale che andremo via via a migliorare. L’idea è quella di trasformare il negozio tradizionale sempre più in showroom e permettere al nostro cliente di non aver nessun tipo di preoccupazione quando, per esempio, si trova a comprare prodotti voluminosi, come valigie e trolley che può facilmente farsi spedire a casa.

Quali sono, secondo lei, gli ultimi trend in termini di prodotto?

Tenendo conto del fatto che il nostro core business sono i prodotti di valigeria, possiamo dire che c’è una tendenza sempre più marcata alla funzionalità dell’articolo. Quindi prodotti con caratteristiche poco appariscenti o soluzioni nascoste alla vista il cui vantaggio si scopre nell’utilizzo: ruote che non si vedono, materiali resistenti, maniglie più agili, ecc. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare oggigiorno, la tendenza è quella di creare oggetti che si possono aggiustare, con pezzi sostituibili magari svitando una semplice vite.

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