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Società della “galassia” Percassi specializzata nella commercializzazione e gestione di grandi progetti immobiliari nell’ambito del retail di lusso, outlet e full price, Arcus si appresta realizzare la fase 3 dell’outlet village situato nel cuore della Sicilia e l’ampliamento del complesso piemontese. A seguire, il lancio di Roma Outlet Village e San Pellegrino Outlet Village.

Victor Busser Casas, general manager di Arcus Real Estate

Fondata per volere di Antonio Percassi, Arcus Real Estate prosegue nel proprio percorso di crescita all’interno del florido canale dei LOV (Luxury Outlet Village). Dopo aver inaugurato nel 2010 il Sicilia Outlet Village, unico nella regione e in posizione baricentrica lungo l’autostrada A19 che collega Catania a Palermo, cui è seguito il taglio nastro della seconda fase nel 2014, tre anni fa la società della “galassia” Percassi ha completato il primo city outlet d’Italia, a Torino. L’acquisizione, nel 2018, dell’ex Soratte Outlet, rinominato Roma Outlet Village, ha portato a tre il numero dei progetti attivi, mentre il quarto sarà nella ricca località di San Pellegrino (BG), con un mini mall dedicato esclusivamente al lusso che affiancherà le terme e il casinò recentemente restaurato. Gestione a sei stelle, attività di marketing a 360 gradi per intercettare il doppio bacino di residenti e turisti, brand mix che non può prescindere dalle firme dell’alta moda e da una variegata offerta food&beverage: questa la ricetta di Victor Busser Casas, dal 2012 alla guida della società dopo le esperienze in Neinver e McArthurGlen per far fronte alla crescente concorrenza dell’eCommerce e a un mercato, quello dei LOV, sempre più competitivo. Ricetta resa possibile dal grande patrimonio culturale, enogastronomico, di design e moda che caratterizza l’Italia, come lo stesso Busser Casas, intervistato da r&f nella sede milanese di Arcus Real Estate, ha più volte sottolineato.

Gli ultimi mesi hanno visto l’ingresso di nuovi brand nei vostri outlet e, parallelamente, l’annuncio di nuovi e importanti progetti di sviluppo dei vostri village, in primis in Sicilia e Piemonte. Come si inserisce questa crescita in un mercato fortemente competitivo?

Roma Outlet Village

Riferendomi al mercato italiano ma non solo, già 5-8 anni fa era maturata la consapevolezza che l’offerta fosse ormai significativa, la concorrenza forte e che gli outlet village fossero ormai tanti. E a questo si è aggiunta l’avanzata progressiva dell’eCommerce. A fronte di tale scenario, dal nostro punto di vista l’outlet funziona e continuerà a funzionare se riuscirà a implementare determinate componenti, tra cui sicuramente il food che favorisce la visita e allunga il tempo di permanenza. Ma i driver fondamentali saranno il brand mix e la gestione. In futuro, gli outlet che avranno un brand mix inclusivo del lusso e che faranno una gestione a 360 gradi per attrarre anche i turisti – in particolare cinese, russo, sud-est asiatico – saranno quelli che riusciranno ad avere una crescita maggiore. E noi vogliamo continuare su questa direzione. Disponiamo, a riconferma, di un dipartimento retail che spinge ogni marchio a offrire il prodotto e la percentuale di sconto giusti. Così come stiamo portando la gestione davvero al limite, quasi fosse quella di un albergo a sei stelle. In Arcus Real Estate, insieme all’ingegnere Antonio Percassi, abbiamo preso questa scelta 7 anni fa e da allora abbiamo creato/ampliato due outlet, cui seguirà il terzo a Roma. Nel nostro portfolio brand vantiamo firme del calibro di Gucci, Prada, Dolce & Gabbana, Polo Ralph Lauren, Armani, Tod’s, Hogan, Fay, Roberto Cavalli, Jimmy Choo, Coach, Michael Kors, solo per citarne alcune. E sono sicuro che con il trascorrere del tempo questa offerta si consoliderà ulteriormente perché i marchi del lusso si sentono “tranquilli” solo quando operano in un contesto a loro dedicato. Ma per implementare il brand mix dei nostri asset dobbiamo restare vigili perché il mercato continua a correre: bisogna intercettare i nuovi trend ed essere aggiornati sul comportamento dei consumatori. Ad esempio, occorre sapere dove si recano i turisti cinesi, come si spostano, che metodo utilizzano per comunicare tra di loro, che è totalmente diverso dal nostro, e, parallelamente, guardare al bacino locale. Non dobbiamo mai dimenticare che chiediamo ai nostri clienti di spostarsi mediamente di circa 80 km per venire nei nostri outlet.

Può farci qualche esempio dei servizi che mettete a disposizione dei consumatori?

Le nostre fermate dell’autobus sono chiuse e dotate di aria condizionata, cuscini, piante e acqua. Nei village è presente l’infopoint, il servizio tax free e il personal shopper. Addirittura nell’outlet in Sicilia possiamo accogliere gli elicotteri, che in molti casi arrivano da Malta e Taormina.

Restando in ambito turismo, ci può raccontare quali sono le nazionalità più presenti? Ci conferma inoltre che l’incidenza di questi visitatori è arrivata a circa il 30% e che cresce con percentuali a doppia cifra ogni anno?

I valori all’incirca sono questi. Un aspetto favoloso dell’Italia è che questo tipo di asset non solo permette di lavorare sulla catchment area locale. E sottolineo che l’italiano dimostra una forte propensione a vestirsi bene e alla moda in generale. Ma anche di rivolgersi a un turismo di quantità e qualità. E la somma di questi due flussi funziona benissimo. Porto l’esempio di Torino, dove per la prima volta si è realizzato un outlet vicino alla città. A un primo ragionamento sarebbe stato ovvio pensare che ci fosse già abbastanza offerta in quell’area, ma era tutta rivolta verso Milano e Genova, oltre che a Torino. La nostra proposta, invece, oltre ovviamente alla città della Mole, guarda alla Valle d’Aosta, alle Langhe, meta di un turismo di qualità molto alta, alla Francia e soprattutto alla Svizzera che in quel quadrante non ha a disposizione outlet con brand di lusso. Quindi accogliamo gente proveniente anche da Ginevra e Losanna, ad esempio, che non arriva in zona solo per fare shopping all’outlet ma che visita innanzitutto Torino, sperimenta la cucina del territorio, si reca ai musei, ecc. Se a Torino Outlet Village la componente svizzera e nord europea è molto importante, con flussi che non si concentrano durante le vacanze estive e ad agosto ma che si mantengono costanti durante tutto l’anno, in Sicilia attingiamo addirittura da due catchment area: la Sicilia stessa e Malta, dove conduciamo molte operazioni di marketing e co-marketing. Anche in questo caso il turismo è distribuito su tutto l’arco dell’anno, con picchi in estate, Natale e Pasqua.

Arrivando quindi ai vostri prossimi sviluppi, quali saranno le caratteristiche della Fase 3 di Sicilia Outlet Village e dell’ampliamento di Torino Outlet Village?

La Sicilia è un’isola con sempre maggiore flusso di turismo e, come dicevo, turismo di qualità crescente. Inoltre, in questa regione, che è anche la più grande d’Italia, c’è un solo un outlet. Ospitando il nostro village tutti i principali marchi, ritengo molto difficile che uno di questi possa aprire un secondo store nello stesso bacino. Sicilia Outlet Village è diventato di conseguenza il posto più conosciuto per fare shopping di qualità in tutta l’isola, continua a crescere e arrivano sempre più turisti. Ad oggi la Gla è di 30mila mq dove sono presenti 140 negozi, e con il prossimo step, attualmente in fase di progettazione, aggiungiamo 6mila mq con una quarantina di boutique. Da parte delle insegne riscontriamo grande interesse per entrare in questo progetto. Allo stesso modo, per la seconda fase di Torino Outlet Village, estesa 11mila mq dove troveranno posto 55 nuovi negozi, stiamo lavorando alla progettazione, definendo tutti i dettagli e consolidando il preesistente, per continuare e/o avviare un percorso positivo con i brand, evitando anche che si creino casi di cannibalizzazione. Gli obiettivi di espansione di Arcus Real Estate sono fissati per il prossimo biennio.

Per quanto riguarda, invece, il progetto di Roma Outlet Village?

Roma è la terza città più visitata d’Europa e la prima in Italia in termini di turisti ma, attorno, conta solo due outlet – contro i 6 di Milano – che sono entrambi a sud del centro abitato. Il progetto chiamato Soratte, realizzato circa 10 anni fa, purtroppo non è stato portato avanti per cui, quando lo abbiamo rilevato, la nostra idea è stata quella di dargli un look totalmente differente a livello architetto e di design. Non verrà ricostruito, ma si allineerà allo standard degli altri progetti Arcus Real Estate, a livello anche di marketing e brand mix. Questo modello di business, che ha funzionato in Sicilia e a Torino, siamo convinti che funzionerà anche nella Capitale.

Quello a San Pellegrino sarà il quarto progetto di Arcus in Italia.

Verrà temporalmente subito dopo quello di Roma e ci permetterà di avere una presenza importante sul mercato italiano, dato che sarà appunto il quarto progetto. Nel dettaglio, abbiamo capito con precisione la sua catchment area e le caratteristiche di come sarà realizzato. Perché specifico che i nostri outlet sono tutti diversi tra loro come look, design e architettura. A differenza degli altri, quello di San Pellegrino non sarà un outlet di 30mila mq di Gla ma sarà un “boutique” outlet esclusivo e dedicato interamente al segmento luxury. Quindi non solo l’architettura ma anche la commercializzazione e la gestione saranno portati avanti con dinamiche differenti. Sarà di fianco alla terme e al casinò, in un contesto davvero di lusso assoluto, motivato dal fatto che questa è una delle località più ricche d’Italia e d’Europa.

A.P.

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