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E se il lusso diventasse il second hand? A tracciare il trend, come sempre, è la Cina dove iniziano a farsi sentire le prime conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus: perdita del lavoro, minor potere d’acquisto e prudenza verso le spese future.

Da qui, secondo un articolo di Reuters, nascerebbe un nuovo trend di consumo a misura di hashtag: #ditchyourstuff. In altre parole, rivedere in toto il proprio guardaroba pre-virus, farne una cernita e cercare di racimolare qualcosa mettendo online i prodotti (spesso di lusso) usati; dall’abbigliamento agli accessori, passando per i cosmetici.

Il trend 

Secondo un sondaggio McKinsey, circa il 20-30% dei rispondenti cinesi ha affermato che manterrà una certa cautela nel prossimo periodo in termini di acquisti, spendendo meno o molto meno rispetto al periodo precedente allo scoppio del coronavirus. Un’operazione di razionalizzazione della spesa che, forse, potrebbe finire una volta che le autorità decideranno di riaprire mall e boutique (e negli occhi di molti brand ci sono già le immagini da revenge shopping viste davanti al negozio di Hermès a Guangzhou che nel primo giorno di riapertura ha totalizzato 2,7 milioni di dollari di vendite). Ma, se dovesse continuare, il trend del second hand potrebbe causare qualche grattacapo in più ai marchi del lusso che puntano sul recupero del mercato cinese per raddrizzare un 2020 partito in salita.

I numeri

Nel frattempo, a marzo, Idle Fish (il maggiore rivenditore di beni usati in Cina che fa parte della galassia Alibaba) ha toccato transazioni record e alcune ricerche governative prevedono che il mercato del second hand possa raggiungere un giro d’affari di 141 miliardi di dollari alla fine del 2020. A trainarlo sarebbero i social dove i post contrassegnati da #ditchyourstuff ha totalizzato oltre 140 milioni di visualizzazioni nell’ultima settimana.

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