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Con lo stop all’obbligo di apertura H24, il mondo dei conbini giapponesi affronta la crisi del mercato retail. Il settore degli iconici convenience store sempre aperti per ogni necessità è a una svolta che coinvolge oltre 55mila punti vendita sparsi per tutto il Paese.

Diverse le aziende che hanno legato il successo del proprio brand al settore dei convenience store: da 7Eleven, che in Giappone possiede il 55% del mercato, a Lawson e FamilyMart. Tutte caratterizzate da un forte sviluppo del modello franchising; che ora mostra le sue crepe.

Il caso

A portare in superficie il problema del settore dei convenience store è stata la decisione di un franchisee di Osaka, Mitoshi Matsumoto di chiudere il proprio conbini in violazione delle politiche aziendali. A fine 2019, quando lo store è rimasto chiuso a Capodanno, l’azienda ha chiuso il contratto con Matsumoto adducendo come giustificazione le lamentele dei clienti, che si aspettavano di trovarlo comunque aperto.

La svolta

Da questo e altri casi è partita l’indagine della Fair Trade Commission che il 2 settembre 2020 ha definito illegale che il franchisor obblighi il franchisee a mantenere aperto tutti i giorni a ogni ora. Una pratica che finirebbe per addossare tutti i costi operativi e di gestione agli affiliati nonostante i bassi ricavi, soprattutto nelle ore notturne, sfruttando così una posizione di monopolio sul mercato. L’indagine ha prodotto un dossier di 8.400 interviste che hanno fotografato le criticità del modello di business: dai metodi di recruitment dei partner alla poca chiarezza dei contratti e dei margini di ritorno sull’investimento, passando per lo store management e l’imposizione di comprare più stock di quello necessario o venduto.

Lo stato del mercato

Con una popolazione in continuo invecchiamento e l’aumento del costo del lavoro, garantire un’operatività H24 è impegnativo se non sostenuto da un costante cashflow. Sopratutto se la concorrenza non molla. Nonostante performance di vendita (-7,4% a 8,17 miliardi di dollari) e clientela (in diminuzione del -14%) negative, il numero di convenience store è cresciuto dello 0,3%. Un balzello che dice molto sulla integrazione del format dei conbini nelle abitudini di consumo giapponesi.

N.G.

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