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All’inizio, era il luglio 2014, le ironie si sprecavano: viaggiatori che organizzavano partite di calcetto sulle corsie, veicoli che in totale solitaria percorrevano la tratta senza incontrare anima viva, turisti sperduti in cerca di un’area di sosta che non c’era. E le critiche non mancavano. Poi, con l’inaugurazione del collegamento alla A4 avvenuto a novembre 2017, le cose sono cambiate. Così la Brebemi si è trasformata da cattedrale nel deserto a opera strategica per alleggerire il traffico sulla Milano-Venezia.

A confermarlo sono i numeri della Brebemi (A35): +10% dei chilometri percorsi (rispetto a una media nazionale del 2,2%), bilancio 2017 chiuso a 68 milioni di ricavi e due nuove aree di sosta gestite da Autogrill e Chef Express. Operatori conosciuti che certificano l’appeal retail della nuova arteria autostradale del Nord. «E abbiamo ancora molte frecce al nostro arco», assicura Francesco Bettoni, presidente di Brebemi spa.

A che punto è, oggi, la Brebemi?

Francesco Bettoni, presidente Brebemi Spa, nella sala di controllo dell’autostrada

Con il luglio 2018 sono trascorsi quattro anni dall’inizio della nostra attività e già possiamo comunicare alcuni risultati importanti. Innanzitutto, da inizio anno la Brebemi è completata a livello totale nel senso che finalmente siamo riusciti ad attivare l’interconnessione con la A4, snodo di grande importanza, e soprattutto siamo riusciti ad aprire le due stazioni di servizio e hospitality nell’area Caravaggio Nord e Caravaggio Sud grazie alla collaborazione con importanti player del settore: Autogrill da una parte e Chef Express dall’altra, assieme a Socogas in quanto distributrice di carburanti. Quindi, siamo a completo regime in termini infrastrutturali.

Un obiettivo atteso per una tratta autostradale che, alla sua apertura, aveva suscitato qualche dubbio sulla propria utilità. Quali sono i risultati in termini di traffico e percorrenza?

Sotto il profilo trasportistico l’interconnessione con la A4 si è dimostrata di assoluto rilievo e primaria importanza, tant’è che al 31 marzo, quindi nel primo trimestre di quest’anno, abbiamo avuto un aumento del traffico del 27%. Una sensibile crescita il cui trend si è confermato anche nel mese di aprile e in quello di maggio quando abbiamo registrato addirittura un +30%. Dati inconfutabili e importanti che ci confermano, casomai ce ne fosse stato bisogno – anche se ne eravamo convinti da tempo –, il tasso di strategicità dell’opera. Ora guardiamo avanti a un ulteriore incremento del traffico. Abbiamo altre frecce al nostro arco  e questo ci fa ben sperare per l’immediato futuro.

Più in particolare, che rapporto avete riscontrato fra mezzi pesanti e mezzi leggeri?

L’area di sosta gestita da Autogrill

In questi primi cinque mesi, l’incremento dei mezzi pesanti, i camion per intenderci, è stato del 28% a fronte di una crescita, nello stesso periodo, del 22% per quanto riguarda le autovetture. Un dato che la dice lunga sulla centralità della Brebemi rispetto al Corridoio V che, a livello europeo, collega la penisola Iberica ai paesi dell’est Europa.

Insomma, Brebemi volano per lo sviluppo.

Assolutamente sì. Brebemi è una vera e propria calamita per le aziende che vogliono investire nell’area lombarda. Un esempio? Amazon si è già mossa per aumentare il proprio personale nei propri poli logistici del Nord Italia, mentre altre piccole e medie imprese stanno avviando o aprendo nuovi siti produttivi nell’area interessata dal tracciato autostradale. Parliamo di prospettive di lavoro e di crescita per tutto il tessuto economico e sociale.

Si può quindi dire che il project financing ha funzionato?

L’area di sosta gestita da Chef Express

Si tratta di un tema molto importante per cui bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Cercherò di essere breve. Indubbiamente, se non avessimo attivato questo tipo di formula d’investimento non avremmo mai realizzato quest’opera. L’investimento totale nei lavori di costruzione è stato pari a un miliardo e 900 milioni; credo che sia la più grande infrastruttura in project finance realizzata in Italia per ora. Ci tengo a sottolineare che l’ente pubblico, durante la fase di realizzazione e nei successivi due anni, non ha sborsato un solo euro con un rapporto tra debito ed equity attestatosi sul 70-30 per cento. Certo, alla fine è arrivato anche il finanziamento erogato da Regione Lombardia e ministero delle Infrastrutture che, rispettivamente, hanno erogato un contributo pari a 60 e 20 milioni di euro. Spese a fronte delle quali Brebemi ha investito oltre 400 milioni di euro in opere compensative: tangenziali, sovrappassi, sottopassi e tutte quelle opere che abbiamo realizzato per i Comuni e le Provincie che insistono sul tracciato. Progetti che hanno notevolmente avvantaggiato e modernizzato il territorio.

Passando all’offerta retail, a febbraio sono state inaugurate le prime due aree di servizio. Che rapporto avete con gli operatori? Da cosa è  dipeso il ritardo di queste aperture? E quali sono i punti di forza dei due store autostradali?

Il ritardo è dipeso in parte dalla crisi del settore, soprattutto per quanto riguarda la ristorazione, dovuta alla fase di contrazione dell’intera economia e dei consumi. Un trend che ha costretto gli operatori ad avviare azioni di ristrutturazione in termini di format e offerta. In secondo luogo, l’apertura ha seguito la finalizzazione dell’opera di cui si aspettava il collegamento con la A4. Un’attesa che aveva scoraggiato e allontanato qualche operatore. Poi le cose sono venute da sé, anche se va dato atto del coraggio e dello spirito d’iniziativa delle tre aziende coinvolte che ora iniziano a vedere i primi ritorni dei propri investimenti. E questo è solo l’inizio: la società in crescita, le iniziative non mancano e c’è spazio per rendere ancora più efficace l’offerta retail. Attualmente, per esempio, stiamo puntando molto sulla tipicità dei prodotti. Gli operatori hanno risposto molto bene alla nostra sollecitazione di includere all’interno dei propri punti vendita delle referenze legate a produttori locali dell’agroalimentare. A questo genere di prodotti è stato riservato uno spazio di vendita ad hoc in entrambe le aree di sosta. Insomma, fin da subito si è visto un forte connubio fra professionalità e genuinità che ha contribuito a dare un’immagine estremamente positiva dei marchi coinvolti.

Quali saranno i prossimi passi di sviluppo?

Lo sviluppo della A35/Brebemi

 

Per quanto riguarda l’apertura di nuove aree, essendo la nostra una tratta di 62 chilometri complessivi, riteniamo che al momento non sia un’operazione necessaria. Ma se gli indicatori delle performance dell’arteria dovessero continuare a crescere ci riserviamo di adeguare l’offerta retail esistente, aumentando gli spazi a loro disposizione. Inoltre, entro un paio di mesi e in collaborazione con Regione Lombardia ed Explora, inaugureremo due totem multimediali informativi per dar conto delle eccellenze artistiche, culturali e paesaggistiche. Un plus che si andrà ad aggiungere a un livello di comfort già molto elevato. Per quanto riguarda gli sviluppi dell’azienda Brebemi, invece, i progetti riguardano soprattutto le soluzioni green: stiamo studiando diversi interventi per abbassare i livelli di Co2 ed emissioni, avendo come faro il concetto di decarbonizzazione.

N.G.

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