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Intervista a Stefano Gambolò, direttore marketing di Selex Gruppo Commerciale.

Come si è chiuso il 2019 finanziario di Selex?

Il Gruppo dovrebbe chiudere il 2019 a 11,150 miliardi di euro, registrando un crescita del +4.2% rispetto al 2018. È positivo anche il dato di crescita della produttività al metro quadro con un +1,2%. Abbiamo una quota di mercato del 9,7% se consideriamo la nostra presenza con iper, super, superettes, discount e drug per un totale di circa 2.300 punti vendita in tutte le regioni della Penisola, eccetto la Sicilia Per il 2020 sono previsti 300 milioni di investimenti.

In che modo saranno utilizzati?

Prevalentemente nella rete vendita. Sono confermate 67 nuove aperture e 81 ristrutturazioni, quasi il 30% in più rispetto al 2018. Ma saremo focalizzati anche sullo sviluppo dei format, sui nuovi stili di vita e sui consumi emergenti, sulla sostenibilità e sull’omnicanalità.

A che punto è la strategia omnicanale?

Nel 2019 abbiamo implementato il canale eCommerce: cosicomodo.it in due anni e mezzo dalla nascita ha raggiunto i 44 punti vendita che offrono il Clicca&Ritira e l’home delivery, e stiamo per aprire alla Campania. Il fatturato quest’anno è cresciuto del 70%, un buon segnale. La strada è quella giusta, anche perché l’incidenza del solo Clicca&Ritira raggiunge in alcuni punti vendita il 4-5%.

Discount e supermercati, come si differenziano gli interventi su questi due format?

«Sicuramente per i discount ci stiamo focalizzando e lo faremo anche il prossimo anno sul fresco e freschissimo e sul potenziamento del reparto surgelati. I supermercati tradizionali saranno sempre più specialistici, in particolare nei freschissimi, proprio per mantenere un gap significativo con il precedente canale discount. Il tutto, ovviamente, senza trascurare il tema innovazione.

A livello di referenze, come si compone il vostro merchandise mix e in che percentuale sono presenti prodotti alimentari e non?

Selex Gruppo Commerciale ha una tale varietà di format e conseguenti metrature che il mix merchandise chiaramente varia di conseguenza. Ma ragionando su store di 1.500 mq, un format rilevante per il nostro Gruppo, abbiamo circa il 70% dell’assortimento dedicato al mondo food e il 30% a casa&persona e alle merceologie varie non alimentari.

Somministrazione e grande distribuzione si avvicinano sempre più. Come interpretate questa tendenza?

C’è un’evoluzione nelle abitudini degli italiani dal punto di vista alimentare, noi dobbiamo cercare di intercettare i cambiamenti e andare incontro alle esigenze dei clienti rimanendo fedeli alla promessa di massima qualità dell’offerta. Continueremo a lavorare sulla distintività anche rispetto ai consumi fuori casa. Abbiamo già presente in quasi tutte le nuove aperture di medio /grandi dimensioni uno spazio ristorazione, più o meno ampio, anche in funzione degli spazi disponibili e della location.

N.G.

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