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Aeroporti dimenticati dal Governo? Sì, secondo Assaeroporti che in una nota ufficiale fa sentire la propria voce. Obiettivo: far contare il sistema aeroportuale italiano sui correttivi al DL Rilancio, sulle misure del DL Semplificazioni e sui prossimi DPCM. A rischio un settore già provato dall’emergenza e il lockdown con 10mila dipendenti in cassa integrazione. 

Secondo i dati raccolti da Assaeroporti, nel mese di marzo 2020 gli scali italiani hanno perso 12 milioni di passeggeri, ad aprile 16 milioni e a maggio circa 17 milioni. In tre mesi, il sistema aeroportuale nazionale ha registrato quindi una contrazione di 45 milioni di passeggeri rispetto a un anno fa.

La situazione

«È il peggior calo di sempre». Semplice e chiaro, così il presidente Fabrizio Palenzona ha commentato l’attuale situazione del comparto. I prossimi passi, infatti, sembrano decisivi: «DL Rilancio, DL Semplificazioni e i prossimi DPCM sono le ultime occasioni per garantire la mobilità del Paese, ripristinare i collegamenti con l’Europa e il mondo e conservare migliaia di posti di lavoro. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione: il danno sarebbe irrecuperabile». La crisi coronavirus sta fortemente impattando sul settore aeroportuale mettendone a rischio lo sviluppo ed esponendo gli scali minori al rischio sopravvivenza. Sopratutto quelli più legati ai flussi turistici (i due comparti muovono circa il 17% del Pil nazionale): negli aeroporti italiani arriva il 40% dei visitatori stranieri.

La questione Alitalia

II un simile contesto, la scelta di rilanciare Alitalia sembra non considerare il rischio di ridurre la competizione del mercato domestico: «Misure protezionistiche e selettive, tese a disincentivare la presenza di compagnie low cost nel nostro Paese, determinerà un cambio di scenario e il ritorno ad un trasporto aereo d’élite», si legge nel comunicato. Una circostanza che non tiene conto dei dati: Alitalia rappresenta circa il 13% del traffico totale. In questo modo si corre solo il rischio di danneggiare un trasporto aereo complesso in cui a farla da padrona sono i vettori low cost. Piuttosto, propone Assaeroporti, la creazione di un fondo comune che tenesse conto di tutta la filiera potrebbe salvaguardare la competitività e favorire la ripartenza di uno snodo fondamentale della mobilità.

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