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Il network di 14 stazioni ferroviarie e 770 punti vendita di Grandi Stazioni Retail, gruppo guidato da Sebastien De Rose, è pronto ad agganciare la ripresa della mobilità. Confermati i progetti, si guarda al turista nazionale in attesa di capire l’evoluzione del cliente viaggiatore.

Ripartire. In treno. Nell’ultima settimana di maggio lo hanno fatto 340mila persone al giorno sulle corse regionali di Trenitalia. In attesa della completa ripresa dei viaggi interregionali, per effetto della fine lockdown, degli uffici che tornano a riempirsi oppure della voglia di libertà, l’aumento dei passeggeri è un trend: +10% rispetto ai primi giorni di riapertura dal 18 al 22 maggio e +85% dall’avvio ufficiale della fase 2. «Qui in Francia dove vivo, invece, il lockdown è finito prima ma le stazioni ripartono dopo», racconta a r&f Sebastien De Rose, COO di Grandi Stazioni Retail. La società, che gestisce 230mila mq di GLA, ha scontato l’impatto del coronavirus sulla mobilità e ora cerca di
sfruttare i primi segnali di ripresa per uscire dalle secche del travel retail. A suo vantaggio, una congiuntura favorevole che fa del treno un mezzo di trasporto sicuro e sostenibile: «Due elementi che peseranno sulle scelte del consumatore e sull’industria retail», afferma De Rose.

Come avete affrontato il lockdown?

Ovviamente ci siamo adeguati ai dispositivi di legge emanati dal Governo per affrontare una situazione che nessuno aveva immaginato. E in tutto questo periodo le nostre stazioni sono rimaste aperte. Così come i servizi essenziali erogabili: farmacia, edicola, supermercati, autonoleggi.

E il tema sanificazione?

Questa operazione, compreso l’utilizzo di termoscanner e la fornitura delle soluzioni idroalcoliche sono a carico del piano di sicurezza di Ferrovie dello Stato che prevede anche la gestione dei flussi. All’interno dei singoli negozi è responsabilità del tenant attenersi ai protocolli e alle indicazioni sanitarie date dal Governo.

Questione canoni: come avete gestito il rapporto con i tenant?

Il tema è stato al centro del dibattito. In Italia e non solo. La nostra politica si è sempre basata sulla creazione di una forte partnership con i nostri clienti e questo si traduce in investimenti mirati a migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e il flusso di traffico. Di fatto, abbiamo sospeso la fatturazione del canone in attesa di capire quali siano
le misure del Governo per accompagnare la ripresa della nostra industria. Nel frattempo, manteniamo aperto il dialogo con i nostri partner per trovare con loro l’equilibrio economico ragionevolmente sostenibile per entrambe le parti.

Vi aspettate delle vacancy? Qualche merceologia in sofferenza?

No, finora non abbiamo alcun problema di vacancy. Piuttosto, con la fase due riprendono i progetti di riqualifica che avevamo iniziato prima dell’emergenza e hanno subito qualche ritardo. Investimenti che ci permetteranno di consegnare diverse unità commerciali. Per quanto riguarda le merceologie, difficile rispondere. La stazione ha una particolarità: sarà il primo canale a ripartire in termini di flusso. Certo, alcuni cambiamenti andranno fatti. Per esempio, il comparto slow food alle prese con le normative sulla somministrazione.

Come cambia la customer experience all’interno delle stazioni?

Oggi quello che stiamo vivendo è un punto zero per i format food e fashion. Questo significa che dovremo lavorare su nuovi modelli di esperienza e socialità. Per questo guardiamo con attenzione a come si stanno muovendo paesi come la Cina, che ha già vissuto la fase successiva al lockdown riattivando via via la totalità dei servizi. Per tutti,
però, si tratta di una sfida che richiederà flessibilità e innovazione. Due, infatti, sono gli elementi che peseranno sulle scelte del consumatore e sull’industria retail: sostenibilità e digitale.

In che senso?

In questo periodo il consumatore italiano ha accelerato la sua conoscenza del digitale. E questo avrà un impatto sulle strategie di sviluppo retail, sul layout e la localizzazione dei negozi affinché riescano a sfruttare una domanda diversa, più breve ma frequente. Caratteristiche che si adattano alle logiche di consumo all’interno del canale
ferroviario su cui può svilupparsi una soluzione phygital. Soprattutto se trainata da un forte messaggio di sostenibilità. In termini di emissioni di gas serra, il treno è una scelta più ecologica rispetto a macchina o aereo
offrendo al passeggero la possibilità di minimizzare ulteriori spostamenti utilizzando la stazione per i propri acquisti.

Una stazione ferroviaria a misura di pendolare per far fronte alla lenta ripresa del turismo?

Il turismo straniero tornerà ai livelli pre-Covid solo il prossimo anno. Per il 2020, gli italiani che hanno l’abitudine di viaggiare per l’estate sceglieranno l’Italia. Ci sarà quindi un turismo nazionale preponderante. Per quanto riguarda la tipologia del viaggiatore di domani, in uno scenario a lungo termine, dobbiamo tenere in considerazione fattori come lo sviluppo dello smart working e della mobilità casa-lavoro. In questo senso, le stazioni possono essere dei veri e propri hub per professionisti che lavorano tre giorni in ufficio e due a casa, magari risiedendo in centri della fascia metropolitana o fuori provincia dove la qualità della vita è più alta.

Con la fine del lockdown, da quali progetti e cantieri siete ripartiti?

Stiamo lavorando a diversi progetti. La nuova food hall di Napoli Centrale e quella di Torino Porta Nuova, il restyling della Stazione Centrale di Milano, la riqualificazione di Roma Termini. Oggi tutti i nostri investimenti sono confermati. Il Covid ha solo rallentato le operazioni ma non ha cambiato le nostre intenzioni.

Eventi commerciali come Fashion In Station, caratterizzati da pop-up agili e una turnazione dei brand, possono essere uno strumento di rilancio?

Assolutamente sì. Fashion In Station, per esempio, è un progetto a cui crediamo molto. A Milano hanno da poco completato la realizzazione dei nuovi pop-up. Ma abbiamo un piano di ripartenza che ha accolto il consenso dei nostri partner commerciali. D’altronde la nostra priorità è quella di riaccompagnare la ripresa nella maniera più
agile e ragionevole possibile. Lo faremo seguendo una logica a fasi successive. Per prima cosa, durante un webinar di fronte a tutti i nostri partner, abbiamo messo come faro il concetto di sicurezza. Da qui deriva la volontà di proporre la stazione come un luogo tranquillo, utile per l’utente e a misura delle sue esigenze. Per farlo abbiamo investito in comunicazione e digitale.

I risultati?

Dal 18 maggio è disponibile un app che permette all’utente di accedere ad alcuni servizi di shopping presso i negozi della stazione. Come la possibilità di acquistare da remoto, in viaggio e poter ritirare il prodotto alla stazione di arrivo direttamente dallo store e all’interno di un packaging studiato per garantire la sicurezza del prodotto.

N.G.

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