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Dalle indiscrezioni alle certezze: Brooks Brothers ha presentato un’istanza per richiedere la protezione del Chapter 11 nell’ambito delle procedure di bancarotta assistita. La storica azienda americana, in mano al manager italiano Claudio Del Vecchio non è riuscita a resistere alla crisi scatenata dalla pandemia Covid-19.

Fondato a New Yotk nel 1818, il brand di abbigliamento e camiceria Brooks Brothers aveva già iniziato un percorso di revisione del proprio business prima dell’arrivo del coronavirus. Un viatico che non escludeva la potenziale vendita del network di 250 vetrine negli USA (di cui circa 50 in chiusura). Il lockdown e la successiva contrazione di consumi e vendita hanno rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso (della sostenibilità economica).

Le difficoltà

Il ricorso al Chapter 11 permette a Brooks Brothers di continuare a operare mentre si cerca una via per la riduzione del debito e possibili partner che possano rilanciare l’azienda. Fra gli interessati, si segnalano: Solitaire Partners, Marquee BrandsSequential Brands, Authentic Brands Group e Whp Global. Nomi che segnalano un certo appeal dell’insegna acquisita nel 2001 dall’imprenditore italiano Claudio Del Vecchio per 225 milioni di dollari e al centro di un giro d’affari che si avvicina a un miliardo di dollari. Famosa per aver vestito tutti i presidenti statunitensi (da Lincoln a Trump), Brooks Brothers nel tempo aveva ampliato la propria gamma d’offerta includendo l’abbigliamento donna, bambino e gli articoli home living. Una strategia che non ha impedito il declino che ha portato all’istanza di bancarotta. Per farvi fronte e rispondere all’impellenza, il brand è riuscito ad assicurarsi un finanziamento di 75 milioni di dollari.

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