Pepco cresce ancora, con circa 15 nuove aperture da inizio anno, e con ricavi di gruppo che danno ragione alla strategia del basso costo.
Per il brand polacco, che aveva chiuso il 2021 a 49 negozi sul nostro mercato, tra giugno e luglio sono arrivate a stretto giro numerose aperture tra cui Busto Arsizio, al Mizar Retail Park, Brugherio, in provincia di Milano, Parona dentro la galleria commerciale Bennet, a Moncalieri (Torino) all’interno del centro Porte di Moncalieri, Silvi Marina e tanti altri.
Sul fronte dei costi, la fiammata inflazionistica di inizio 2022 ha spinto ulteriormente le persone a spostare gli acquisti verso la fascia discount, specialmente su alcuni segmenti quali l’abbigliamento bambini, che rappresenta il pezzo forte di Pepco in Italia.
Lo dimostrano i dati di bilanci. La capogruppo Pepco Group (che in Europa controlla Pepco, Daez e Poundland) ha appena chiuso una trimestrale (al 30 giugno) con ricavi like-for-like in crescita del 4,9%, a 1,2 miliardi di euro come media di gruppo, ma la performance del brand Pepco, che apporta 704 milioni, è superiore: +7,3% a perimetro costante.
E c’è un altro dato interessante, che si legge questa volta nei documenti della “semestrale” pubblicata a giugno.
“Nell’Europa occidentale, l’Italia è il nostro mercato più maturo. Arrivati a settembre 2020, a fine 2021 contavamo già 49 negozi. Ma se il trend di vendite è in linea con il resto del gruppo, lo scontrino medio è significativamente più alto, di circa l’85% rispetto alla media delle vendite in area Ue”.
Pepco è presente in 16 Paesi europei, tra cui Polonia, dove è nata e conta circa 1.200 punti vendita, poi in tutta l’Europa dell’Est e Paesi baltici, Austria, Spagna, Serbia e di recente è approdata in Germania.
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