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Ogni mese un resoconto dall’ultima frontiera dello spazio retail. David Montorsi ci porta fra numeri e bilanci, cifre e trend, imprenditori e brand, là dove nessun uomo è mai giunto prima. Destinazione BasicNet.

Marco Baglione, presidente BasicNet

Circa 210 milioni di fatturato consolidato con un 14,7% in più dell’anno prima (15,2% a cambi costanti), Ebitda a 33 milioni (+43,2%) e un utile netto di 21 milioni quasi raddoppiato sul 2017: la BasicNet di e mette la freccia e si lancia sulla corsia di sorpasso. Anche perché la crescita della società che controlla i marchi Kappa, Robe di Kappa, Superga, K-Way, Jesus Jeans, Sabelt, Briko e Sebago (new entry) si conferma nei primi tre mesi di quest’anno: il fatturato consolidato, al netto delle componenti intercompany, ha raggiunto i 74,6 milioni (+38,9%).

Numeri da leccarsi i baffi per la società torinese, quotata alla Borsa di Milano dal 1999, che ha permesso di staccare un dividendo per azione ai soci doppio rispetto all’ultimo esercizio (0,12 € per azione rispetto ai 0,06 dell’anno scorso) e un valore in Borsa cresciuto da 3,7 a 5,4 milioni. Vola BasicNet ed è lontana la metà degli anni ’90, quando Marco Boglione rilevava l’attività da un’asta fallimentare che aveva coinvolto il Maglificio Calzificio Tornese del suo “mentore” Maurizio Vitale per rilanciarne i marchi. In questi anni di acqua sotto ponti ne è passata e oltre ai marchi Kappa (abbigliamento sportivo) e Robe di Kappa (casual), Marco Boglione (presidente e socio di riferimento attraverso la cassaforte di famiglia BasicWorld con un complessivo 33,64%) ha arricchito il portafoglio dei brand con marchi storici del settore dell’abbigliamento caduti in disgrazia, come i celeberrimi Superga (acquistato nel 2007) e K-Way (dal 2004), o anche Briko (caschi, occhiali e prodotti tecnici per sci, ciclismo e running, nel portafoglio da due anni), Sebago (dal luglio 2017, marchio USA di scarpe di fascia medio alta) e Sabelt, brand di calzature d’alta gamma, nato nel mondo delle corse e dell’automobilismo (50% BasicNet, licenziataria mondiale, dal 2011 per le classi fashion). Il modello organizzativo di business messo in atto da Boglione prevede una rete di imprenditori terzi indipendenti a cui vengono concessi in licenza i marchi di proprietà di BasicNet e a cui sono fornite le collezioni tramite società di trading licenziatarie, spesso partecipate dal Gruppo. BasicNet funge da capofila di un network, dove il licenziatario è il partner per la diffusione, distribuzione e approvvigionamento dei prodotti nel mondo, ma non è il fornitore del prodotto in sé, ma un fornitore integrato di servizi. Il business system, insomma, è basato su un network di aziende collegate tra loro e con la capogruppo da un’unica piattaforma informatica completamente integrata al network tramite il web e studiata per la  condivisione in tempo reale e per la massima fruizione delle informazioni: un vero e proprio marketplace dove i produttori vendono e i distributori comprano (attraverso piattaforme proprietarie) e rivendono nei singoli mercati. La rete così permette al Gruppo (quasi 600 dipendenti, di cui la stragrande maggioranza in Italia) di essere globale e ne assicura una rapida e capillare internazionalizzazione.

Kappa Europe, la novità del 2019

Per capire bene il business della “galassia” BasicNet (una dozzina di società di proprietà del Gruppo, che salgono a più di 20 con quelle di proprietà della controllata Kappa
Europe) basta vedere le vendite aggregate dei prodotti del marchi del Gruppo (sviluppate worldwide dai licenziatari), la vera massa critica complessiva dell’azienda: 875,3 milioni nel 2018, +17% sull’anno prima (quasi 19% a cambi costanti). Di questi 622,6 milioni sono dei licenziatari commerciali (+15,1% sul 2017) e 252, di quelli produttivi (+22,7%). Se si va a vedere le vendite dirette (per la quasi totalità della licenziataria italiana BasicItalia e della sua controllata BasicRetail) il trend è confermato: +14,8% con 155,6 milioni (93% in Italia), di cui il 65% nei multimarca (in netta crescita) e il 30,5% dal franchising (il restante online e campionari).

Azionisti

Considerando, poi, il fatturato consolidato delle due società (vendite più royalties più commissioni di sourcing) si sale a 210,4 milioni con +14,7% sull’esercizio precedente. Va benone anche la marginalità del consolidato BasicNet che segna un +43,2% arrivando ai 33 milioni di Ebitda. Buone nuoveanche dal patrimoniale dove scende l’indebitamento finanziario a 51,7 milioni dai 61,5 del 2017. Intanto va benone il mercato europeo con +16,5%, ed è proprio lungo questa direzione di rafforzamento territoriale che va inteso l’acquisto all’inizio di quest’anno da parte di BasicItalia del 61% della francese Sport Finance sas, holding di un folto gruppo di licenziatarie del marchio Kappa (Francia, UK, Svizzera, Spagna e Portogallo) per creare Kappa Europe, nuovo licenziatario direttamente powered by BasicNet. Altra novità è la costituzione di BasicAir con un Cessna che servirà proprio per gli spostamenti legati allo sviluppo della Kappa Europe, ma anche in prospettiva degli altri marchi del Gruppo.

Venti store in meno, ma più business e largo ai giovani

Se Kappa in Europa è destinata a fare la voce grossa, anche K-Way, che fa il 70% del fatturato nel Belpaese, ha tutta l’intenzione di ribaltare la bilancia sull’export con investimenti e opening non solo in Usa, Francia (secondo mercato dopo quello interno) e Uk, ma anche in Corea del Sud, nel mercato asiatico che per la galassia di Boglione segna un bel +12% complessivo nel 2018. In linea crescono il Medio Oriente e l’Africa, mentre l’America va un po’ meglio al 13,1%, anche se i primi tre mesi di quest’anno hanno visto un balzo in avanti dell’Oltreoceano (+36%) e del Medio Oriente/Africa (+56,3%). L’Europa per il business dei licenziatari commerciali significa il 65,7% del giro d’affari, seguita dall’Asia e Oceania col 15,6% (mentre per la produzione la fetta di business è quella quasi totalitaria con l’86,3%), e a stretto giro da America e Medio Oriente/Africa, ambedue intorno al 9,5%. Sulle insegne, complessivamente il network di monomarca e shop-in-shop dei marchi del Gruppo alla fine dell’anno scorso arriva a 1.239, una ventina in meno sull’anno prima, di cui 915 Kappa e Robe di Kappa (107 in Italia), 274 Superga (56 italiani) e 50 K-Way (28 nel Belpaese).

Total aggregated sales (current exchange rates)

Poi, continua la passione di BasicNet per lo sport: dopo la fine turbolenta della sponsorizzazione della Roma calcio, saranno Kappa le magliette dell’Empoli calcio, oltre a quelle di varie squadre di rugby e calcio in giro per l’Europa, più il recente accordo con l’Auxilium Torino basket. Briko, a sua volta, si aggiudica sponsorizzazioni importanti nello sci e nel ciclismo. E mentre l’imprenditore torinese continua a diversificare i suoi investimenti (cosmesi, ristorazione&moda, new economy con app sportive e anche edilizia), i suoi figli, Lorenzo (33 anni vicepresidente sales del Gruppo) e Alessandro (un anno in meno, ad di BasicItalia), entrano nel CdA con il progetto che il  papà ceda loro progressivamente le sue quattro deleghe gestionali: marketing, prodotto, information technology. Quindi, largo ai giovani (l’età media dei dipendenti è intorno ai 35 anni) anche nella stanza dei bottoni, dove Gianni Crespi (destinato alla cassaforte di famiglia BasicWorld) lascia il posto di amministratore delegato a Federico Trono (classe 1973, nel gruppo da una dozzina d’anni), una rarità per il nostro paese dove i manager non sono abitualmente giovani. Un altro segnale della diversità dell’azienda piemontese rispetto alla realtà un po’ troppo tradizionalista del nostro Paese.

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