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Conosciuto in tutto il mondo come la piattaforma online di riferimento per l’acquisto di capi d’abbigliamento e accessori di seconda mano, Vestiaire Collective apre il suo primo pied-à-terre fisico permanente all’interno del department store britannico Selfridges.

L’apertura del primo negozio stabile a marchio Vestiaire Collective è avvenuta il 30 ottobre e si pone all’incrocio di due tendenze in atto nel mondo del retail: l’esperimento “fisico” di brand e rivenditori nativi digitali da un lato, la crescita del mercato del second-hand (o pre-loved) dall’altro.

L’apertura

Situato al terzo piano del flagship store Selfridges in Oxford Street a Londra, il punto vendita di Vestiaire Collective rappresenta «una scelta di marketing, più che di business», come ha spiegato Maximilian Bittner, ceo della piattforma. Una dichiarazione che ribadisce la caratteristica tech-driven del marketplace che, tuttavia, ora può contare su uno spazio fisico di 40 mq. All’interno, un’offerta di 200 prodotti fra cui una decina di pezzi vintage di diverse maison d’alta moda. A disposizione dei clienti c’è anche la versione reale del servizio Concierge che permette la vendita delle proprie proposte di abbigliamento in un punto dedicato del negozio. Per Vestiaire Collective, che quest’anno taglia il traguardo dei dieci anni di attività, non si tratta di un prima volta assoluta. Precedentemente, nella versione popo-up, il marketplace aveva già assaggiato il canale fisico sempre all’interno dei department store Selfridges lo scorso anno e in un punto vendita Le Bon Marché quest’anno. Nel mirino ci sarebbe anche un esperimento parigino sulla scia di un mercato, quello del second-hand, in crescita.

L’analisi

Secondo un report commissionato dalla stessa Vestiaire Collective a Boston Consulting Group, infatti, il mercato dei capi di abbigliamento di lusso usati dovrebbe crescere del 12% a fine anno. Una percentuale che supera di quattro volte quella del lusso, ferma a un +3%. In generale, gli analisti si aspettano che l’industria del re-sale tocchi quota 36 miliardi di dollari nel 2021 (rispetto ai 25 miliardi fatti segnare nel 2018) in termini di ricavi andando a coprire il 9% del comparto dei beni di lusso.

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