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Prodotti a prezzi accessibili, ampia varietà di catalogo e interfaccia mobile first sono le caratteristiche principali della piattaforma lanciata nel 2010 dall’ex Google, Peter Szulczewski. E con 70 milioni di utenti attivi e tre milioni di prodotti venduti al giorno punta a farsi largo nel settore digitale.

Nata nel 2010 dall’idea di un ex ingegnere di Google, Peter Szulczewski, Wish è una piattaforma di eCommerce americana che fin dal nome tradisce l’ambizione del proprio progetto: portare ai clienti ciò che desiderano a prezzi accessibili. Dopo essere partita come archivio di liste dei desideri caricati dagli utenti (che per questo ricevevano una ricompensa per click), la piattaforma è giunta a contare 70 milioni di utenti attivi (su un totale di circa 160 milioni di account), oltre tre milioni di prodotti venduti al giorno e un roaster di circa un milione di merchant registrati. Consolidato il business, Wish ora si batte in un settore dominato da colossi digitali e non solo. E per differenziarsi ha puntato tutto su «un’interfaccia a metà strada fra un social network e un marketplace», ha spiegato a r&f Alessandro Pantina, country manager Italia di Wish. Un approccio che anche in Europa sta dando i suoi frutti.

Alessandro Pantina, country manager Italia di Wish

Quali sono le caratteristiche di Wish e quali le differenze rispetto ai grandi player del settore?

Wish è una società americana che nasce dalla volontà di mettere a disposizione del consumatore prodotti a portata di tutti. Rispetto ai nostri competitor ci differenzia l’attenzione posta sulle modalità di acquisto. Se gli eCommerce tradizionali ruotano attorno al momento della transazione, da cui discende anche la strutturazione della ricerca del prodotto, Wish inverte l’approccio. Con l’intento di creare un’esperienza di divertimento anche quando si fanno degli acquisti, la nostra piattaforma è costruita attorno a un’interfaccia personalizzata che favorisce la scoperta di nuovi prodotti.

Qual è il profilo del cliente?

Il nostro target group è quel segmento di consumatori che cercano il risparmio, l’affare, ossia un rapporto qualità-prezzo in linea con un acquisto a breve termine. Sicuramente l’ampia gamma di prodotti e categorie fa sì che la nostra piattaforma sia molto inclusiva.

Wish è fruibile soprattutto via mobile. Quali vantaggi ne derivano?

Si tratta di un vantaggio competitivo molto importante se pensiamo che, nel momento in cui abbiamo fatto il nostro ingresso sul mercato, l’eCommerce non era ancora totalmente ottimizzato per un’esperienza mobile. Lo scoglio da superare riguardava essenzialmente la fruizione via smartphone delle caratteristiche dell’oggetto in vendita. Per questo abbiamo puntato a una piattaforma agile con meno testo, più immagini e un feed di ricerca che si pone a metà strada fra l’eCommerce e il social network puntando sull’engagement dell’utente.

Quali sono gli ultimi risultati finanziari? E quali le direttrici di investimento?

A fine 2018, abbiamo chiuso con un fatturato globale superiore ai due miliardi di dollari grazie al successo riscosso fra i clienti: nella categoria shopping, la nostra app è stata l’app più scaricata al mondo con circa 500 milioni di download. In termini di investimenti, l’Europa rappresenta un mercato in crescita per l’azienda, con una forte richiesta nel segmento degli affordable goods. L’idea per il prossimo futuro è quella di lavorare sempre più a contatto con merchant locali che riescano a dare quel tocco in più al nostro ventaglio di offerte.

La logistica è un altro degli aspetti che vi contraddistingue.

Detto che il nostro consumatore predilige il risparmio economico piuttosto che la velocità di consegna, il rispetto dei tempi è un aspetto fondamentale per il successo di un eCommerce. Per questo, per esempio, abbiamo anche tutta una parte di delivery express relativamente a una certa gamma di prodotti, quelli più richiesti.

In termini di contrasto della contraffazione, quali sono le attività svolte?

Abbiamo un team che si occupa solamente di questo argomento e ha il compito di far pulizia di quei rivenditori che non rispettano le nostre policy e la concorrenza. Ovviamente, nel caso in cui qualcuno scappasse alla nostra rete di controllo, passiamo dalla sanzione all’espulsione del merchant.

Dal vostro osservatorio, come vedete l’avanzata dell’omnicanalità?

Per noi il futuro dello shopping passa attraverso la complementarietà tra canale fisico e digitale. Per questo motivo stiamo testando un programma che permetta al cliente finale sia di ricevere l’acquisto a casa che abilitarne il ritiro presso i punti vendita convenzionati. Per noi l’omnicanalità è una strategia B2B che ha lo scopo di far conoscere al merchant più nello specifico il proprio cliente e le sue abitudini di consumo.

N.G.