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Il coronavirus si abbatte sull’Italia e arrivano le prime stime dell’Ufficio Studi Confcommercio sulle conseguenze per l’economia: a febbraio Pil giù dello 0,5% tendenziale e ICC in calo dell’1,1% congiunturale e dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2019.

Secondo l’analisi di Confcommercio il 2020 rischia di essere l’anno della perdita record dei consumi complessivi delle famiglie italiane: circa 18 miliardi di euro (quasi il -2,6%), con un Pil a -1% rispetto al 2019. Queste valutazioni considerano solo in parte gli effetti favorevoli dei provvedimenti in discussione in queste ore.

I dettagli

La maggior parte delle perdite colpirebbe, secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, la filiera del turismo in senso lato (oltre 13 miliardi di euro), con uno spostamento di parte dei consumi fuori casa verso l’alimentazione domestica e con gravi difficoltà per trasporti (meno 6 miliardi) – compresi gli acquisti di autoveicoli – e vestiario e calzature (-3,4 miliardi), settore che soffrirebbe della riduzione del reddito disponibile reale.

L’ICC

Fra i dati emersi, quelli relativi all’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) che a febbraio 2020 ha evidenziato, al netto dei fattori stagionali, un deterioramento della domanda delle famiglie, con un calo dell’1,1% su base congiunturale e una flessione dell’1,7% su base annua. Il dato incorpora una parte degli effetti sui consumi delle famiglie derivanti dalla crisi sanitaria, in considerazione dell’emergere dei primi focolai nel nostro Paese nell’ultima settimana del mese. La diminuzione dell’1,1%% registrata in termini congiunturali dall’ICC nel mese di febbraio è sintesi di un deciso ridimensionamento della domanda relativa ai servizi (-3,0%) e di una flessione dello 0,3% per quella per i beni.

I segmenti merceologici

Andando più in profondità per quanto riguarda i segmenti merceologici coinvolti, solo per i beni ed i servizi per la cura della persona si rileva un andamento debolmente positivo (+0,4%). Risulta stabile la domanda per l’abbigliamento e le calzature. Per tutte le altre funzioni si rileva una riduzione che ha assunto toni particolarmente ampi per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-4,7%).

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