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Colpiti dall’emergenza Coronavirus, i retailer della ristorazione attivi sull’area milanese si stanno riorganizzando. Fra consegne a casa ed eCommerce, però, sul tavolo rimane la questione affitti e la gestione di forza lavoro e cantieri già avviati. 

Scesi in trincea dallo scorso 12 marzo, le aziende della ristorazione a catena stanno facendo i conti con la chiusura forzata dei propri punti vendita. Difficile, al momento, fare una stima delle perdite e delle risorse necessarie per affrontare l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. Non per mancanza di dati a disposizione (Confcommercio stima che allo stato attuale il comparto alberghi e ristoranti perda 23,4 miliardi di euro nel 2020) quanto, piuttosto, per una situazione in continua evoluzione. A partire dal fronte governativo, da cui ci si attendono indicazioni chiare
con cui affrontare criticità evidenti: dalla gestione del personale attraverso il ricorso al Fondo integrazione salariale (FIS) e alla cassa integrazione, alla questione locazioni, passando per il rinvio degli impegni fiscali e contributivi. Il tutto in un momento in cui il delivery, la cui adozione è in fase di accelerazione, non può garantire i flussi di cassa
necessari per mantenere l’attuale perimetro di negozi attivi. Per fare il punto della situazione, r&f ha intervistato alcuni player attivi soprattutto nell’area milanese, quella dove la frontiera dell’innovazione (in termini di format,
offerta merceologica e servizi) retail era più avanzata; e su cui molte società avevano deciso di esporsi con investimenti e nuove aperture che ora rischiano di pesare come macigni sui bilanci.

Le interviste

SignorvinoLuca Pizzighella, brand manager: «Stiamo predisponendo il progetto dell’eCommerce da sei mesi e saremo live a luglio. Manteniamo il cronoprogramma e la strategia intrapresa pre-Coronavirus. Una scelta che oggi
viene rafforzata dalle circostanze». –> QUI LA VERSIONE COMPLETA.

PescariaDomingo Iudice, co-founder: «A livello marketing abbiamo coinvolto diversi influencer per continuare a veicolare i nostri valori e la nostra proposta ai clienti. Per quanto riguarda i dipendenti, abbiamo cercato di metterne quanti più possibile in smart working così da portarci avanti in termini di ingegnerizzazione dei processi, per lo meno quelli di gestione manageriale». –> QUI LA VERSIONE COMPLETA.

Hamerica’s RestaurantDavide Gionfriddo, ceo: «Abbiamo sospeso i pagamenti degli affitti dal mese di marzo e stiamo parlando direttamente con i landlord. Essendo molto forti nei centri cittadini, i nostri interlocutori sono singoli landlord piuttosto che grandi realtà dell’immobiliare come capita nel canale dei centri commerciali. Attualmente, le discussioni stanno proseguendo ma posso già dire che riscontriamo una buona comprensione da parte dei proprietari immobiliari». –> QUI LA VERSIONE COMPLETA.

N.G.

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