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Tra le vittime, sul piano economico, della crisi Coronavirus si annovera un primario brand della distribuzione commerciale italiana, Scarpe&Scarpe, che opera nei settori calzature, pelletteria e abbigliamento sportivo e casual.

Nei giorni precedenti Pasqua la società ha reso noto che, già dalla fine del mese di febbraio, si sono registrate flessioni negli ingressi dei negozi e un deciso calo delle vendite nell’ordine dell’80 per cento. La chiusura di tutti i 154 store in Italia, a partire dall’8 marzo, ha determinato l’azzeramento degli ingressi da parte dei clienti e, di conseguenza, del fatturato e dei flussi di cassa.

«Non lo possiamo definire un calo dei consumi, ma un vero e proprio crollo delle vendite. I beni non alimentari sono i più colpiti dalla crisi e, al loro interno, i settori calzature, abbigliamento e accessori sono i più penalizzati, e sono quelli in cui opera la nostra azienda», ha spiegato Alessandra Miriello, chief financial officer di Scarpe&Scarpe.
In forza delle misure governative volte a contenere la crisi epidemiologica da Covid-19, l’attività di impresa esercitata da Scarpe&Scarpe è attualmente sospesa, con conseguente temporanea chiusura di tutti i 154 punti vendita, in cui sono impiegati oltre 1.700 dipendenti. Grazie alla collaborazione fattiva con le Rappresentanze Sindacali CGIL, CISL e UIL, i dipendenti possono beneficiare degli ammortizzatori sociali previsti dal decreto Cura Italia che la società ha prontamente attivato.

In considerazione dello scenario, e del perdurare della gravità dell’emergenza, è sorta la necessità di mettere in sicurezza l’azienda con l’unico scopo di progettare un piano di rilancio industriale al fine di garantire la prosecuzione dell’attività e le prospettive di lavoro. A tale proposito è stata presentata sabato 4 aprile l’istanza di concordato “in bianco” presso il Tribunale di Torino e il ricorso è stato pubblicato nel registro delle imprese in data 6 aprile. L’azienda, ha dichiarato nella nota stampa, sta lavorando con un team di consulenti e professionisti al fine di presentare un piano industriale e finanziario che consenta di salvaguardare la continuità aziendale nell’interesse dei creditori e delle maestranze impiegate.

«Lungo il nostro cammino imprenditoriale abbiamo affrontato numerose sfide. Siamo fiduciosi che potremo uscire da questa crisi e siamo certi che con la collaborazione con le parti sociali, gli istituti di credito e i nostri fornitori, potremo dare un nuovo impulso e una nuova ripartenza all’attività», ha concluso Alessandra Miriello.

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