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Una prima vittoria sembra all’orizzonte per le attività commerciali: la revisione del decreto Rilancio accoglierà il superamento della soglia dei 5 milioni di fatturato per l’accesso al credito d’imposta relativo agli affitti di negozi e ristoranti. 

La Commissione Bilancio della Camera, impegnata nel processo di revisione del decreto Rilancio in vista della sua conversione in legge, ha deciso di estendere l’agevolazione fiscale sugli affitti che verrà concessa sotto forma di credito di imposta.

Le novità

Non solo botteghe e negozi di vicinato, dunque. Nelle intenzioni della Commissione, il bonus verrà esteso anche alle attività produttive con un fatturato annuo superiore ai 5 milioni di euro; comprese quelle del commercio al dettaglio. A cambiare sono anche le soglie di detrazione: 60% per le attività con ricavi entro la soglia indicata e 20% per quelli che la superano. La novità è anche di ordine temporale dal momento che il credito di imposta viene ora concesso anche alle attività avviate nel 2019 e che, in precedenza, erano sostanzialmente impossibilitate a determinare la diminuzione di almeno la metà del fatturato nel periodo marzo-aprile, quello più duro a causa del lockdown, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Insomma, saltano alcuni vincoli che avevano ingessato il rapporto fra tenant e landlord. In particolare, il nodo degli affitti dei rami d’azienda, tanto caro a chi sviluppa nel canale centri commerciali, il bonus sarà del 10% per chi supera i 5 milioni di fatturato. Per poter usufruire del credito d’imposta, però, è necessario che i canoni siano stati effettivamente versati. In questo senso, l’agevolazione risulterà sospesa finché  non verrà saldato il debito nei confronti del proprietario dell’immobile o del titolare dell’attività.

Le dichiarazioni

A commentare la notizia, è arrivata la nota di Mario Resca, presidente Confimprese: «Il credito d’imposta del 20% sugli affitti e del 10% sugli affitti di ramo d’azienda è un segnale interessante verso il commercio, ma non risolve il problema del settore che continua a essere in gravissima difficoltà».

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