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A poche ore di distanza dal voto in Senato, il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che nella conversione in legge del Decreto Rilancio siano state recepite alcune delle richieste “fatte anche dall’Associazione, grazie al dialogo costruttivo instaurato con le Istituzioni fin dall’inizio della crisi Covid-19”.

Tra le proposte accolte, la più importante riguarda il credito di imposta sugli affitti commerciali: da una prima versione normativa del 60% di credito di imposta limitato ai soli negozi e botteghe con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, si è infatti riusciti ad arrivare all’estensione, sia pure in misura decrescente, a tutti i tipi di attività inclusi gli affitti di ramo d’azienda, anche per quelle imprese con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro.

Tuttavia, “alla luce del massimo impegno che il CNCC ha dimostrato da subito, anche con l’elaborazione di protocolli e linee guida specifiche per la riapertura in sicurezza dei centri commerciali, l’Associazione tiene a sottolineare le forti limitazioni a cui tutto il settore del commercio, pilastro portante dell’economia, è ancora sottoposto e auspica che le richieste avanzate rientrino maggiormente nel campo di attenzione dei prossimi provvedimenti governativi, a partire dalla riduzione dell’IVA e, possibilmente, dalla parità di regole per tutti i diversi canali di vendita”.

Finora, conclude il CNCC nella nota stampa, “le misure adottate non sembrano essere sufficienti per sostenere un reale rilancio dei consumi e, per questa ragione, l’Associazione auspica un livello di attenzione da parte del Governo al pari di quello già destinato ad altri settori”.

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