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Sempre più integrato nella customer experience, accelerato dall’ondata digitale e supportato dal Governo, il pagamento elettronico rappresenta l’anello di congiunzione con il futuro dei consumi. D’altronde, già nel 2020 il valore in denaro delle transazioni che attraverso strumenti elettronici diversi vola verso i 270 miliardi di euro.

A ricordarlo è uno degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano che a ottobre ha presentato un approfondimento sul tema da cui emerge come il pagamento elettronico sia ormai sdoganato, con un aumento delle frequenze d’acquisto ormai stabilmente sopra quota 83 euro pro capite all’anno. Numeri che sembrano indicare un’inversione di rotta nelle abitudini di consumo degli italiani, da sempre restii ad abbandonare il contante, a favore di una maggiore sicurezza e disinvoltura nell’utilizzo della card. Secondo un report di Assofin, Nomisma, Ipsos e CRIF, stante la preferenza per la carta di debito (il caro vecchio bancomat di cui ne girano 57,2 milioni), il numero di carte di credito circolanti è salito del +3,6% mentre si diffondono sempre più le carte rateali che ora sono 1/5 del totale.

Progetto cashless o cashback?

Compresi gli indicatori sopra descritti, anche il Governo sembra essersi mosso per tempo lanciando l’ambizione di una cashless society e promuovendo il ricorso al cashback. Dal primo dicembre 2020, le prime 100mila persone che nell’arco dei prossimi sei mesi avranno effettuato il numero massimo di transazioni con carte e/o altri strumenti di pagamento elettronici, potranno vincere fino a tremila euro. Il meccanismo funziona come una sorta di fidelity
card legata a doppio filo con il meccanismo del cashback. Fruibile attraverso l’appoggio all’app IO della Pubblica Amministrazione, il cashback garantisce la restituzione del 10% della spesa sostenuta per un ammontare massimo di tremila euro di speso e minimo 50 transazioni all’attivo. Ma cosa ne pensano gli operatori del settore?

Le interviste agli operatori

Angelo Guaragni, amministratore delegato Zucchetti Hospitality«Sicuramente l’integrazione dei pagamenti elettronici nelle varie forme dalle card ai pagamenti online con l’utilizzo di sistemi mobile e gift card rappresentano l’evoluzione verso un mondo cashless. Per rimanere allineato, il retailer deve adeguarsi rapidamente con sistemi software e hardware idonei per non essere escluso dalla clientela che preferisce sempre di più i pagamenti indicati e non ricorrere al contante». –> LEGGI QUI L’INTERVISTA COMPLETA

Filippo Manca, merchants and acquisition manager Visa: «Semplificando: il mondo pre-Covid, la distinzione era tra retail fisico/beni e online/ servizi. La pandemia prima e le misure restrittive messe in atto dai governi poi hanno sparigliato le carte facendo accadere in pochi mesi ciò che prima avrebbe richiesto anni. Ne è derivato un aumento significativo della componente digitale anche in store: si guardi per esempio al mondo della GDO con servizi come i locker, i drive&collect, lo smart checkout, ma anche il maggior spazio d’acquisito da quegli operatori terzi che offrono al consumatore il delivery dal negozio da questi indicato». –> LEGGI QUI L’INTERVISTA COMPLETA

Giulio Vasconi, responsabile marketing merchant services & solutions Nexi: «Si è ampliato il bacino di coloro che utilizzano i pagamenti digitali: il lockdown ha spinto ad affacciarsi all’eCommerce anche coloro che non avevano mai effettuato un acquisto online. Inoltre, il fatto che gli strumenti contactless riducano i rischi di contagio, ne ha aumentato l’utilizzo: un trend confermato anche dai recenti dati del Politecnico secondo i quali, nel primo semestre 2020, le transazioni cless sono cresciute del 17% e gli acquisti tramite smartphone dell’80%». –> LEGGI QUI L’INTERVISTA COMPLETA

Carl-Olav Scheible, ceo Europe di Clearpay: «L’attuale clima economico ha portato con sé una maggiore attenzione a trend lungo i quali il mercato si stava già muovendo negli ultimi anni. Fra questi, ne cito alcuni: un forte spostamento verso l’eCommerce e la preferenza per un pagamento a debito che a credito. A livello globale, i giovani utenti sono sempre più attenti ai costi di commissione, gli interessi, il revolving debt, ecc. Millennial e Gen Z che dimostrano una certa avversione verso il rischio finanziario. Un’esigenza a cui noi cerchiamo di rispondere fornendo un servizio di vero e proprio budgeting a favore di una spesa responsabile». –> LEGGI QUI L’INTERVISTA COMPLETA

N.G.

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