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Il Comune non fa marcia indietro sui canoni di affitto. E dalla prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele di Milano spariscono le insegne famigliari, per dare spazio ai grandi brand del lusso.

Come riporta l’Ansa, l’ultima a dare disdetta è stata la coltelleria-pelletteria Mejana, in difficoltà a fronte di un affitto da 80mila euro l’anno per circa 28 metri quadrati. Stesso destino per le cravatte di Andrew’s Ties, della famiglia Zanellato. Secondo la Giunta del sindaco Beppe Sala si tratta di normale turnover: durante il Covid sono state concesse dilazioni fino a 36 mesi, ma abbassare le gare d’asta per gli spazi sarebbe contro la legge, oltre che dannoso per il bilancio comunale.

Tra le new entry, tutte frutto di aste indette tra fine 2019 e febbraio 2020, Armani si prepara a riaprire gli spazi che erano di Tim (302 mq.), forte di un’offerta di 1,9 milioni di canone annuo per i prossimi 18 anni. Nel cosiddetto “ottagono” in arrivo Dior e Fendi. Il brand francese pagherà 5 milioni l’anno per 253 metri quadrati, mentre Fendi 2,45 milioni annui per 336 metri quadrati (sul canone incide non solo la dimensione, ma anche la posizione e il numero di vetrine). Con 875mila euro annui, Rolex aprirà dove prima si trovava Stefanel. Obiettivo del Comune è un incasso di circa 40 milioni euro l’anno da tutti i brand della Galleria.

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