Skip to main content

É stata molto più di una semplice apertura quella di Löwengrube lo scorso 14 maggio a Modena. É stato, innanzitutto, un forte segnale di ripresa dato al mercato e a tutta la propria rete di franchisee, nonché alle oltre 400 persone che lavorano complessivamente nei 24 ristoranti attivi ad oggi nella Penisola.

E questo messaggio assume ancora più importanza grazie ai numeri da record che esibisce la bierstube emiliana, la quale, con i suoi 1.400 metri quadri di superficie su due piani e gli oltre 500 coperti, suddivisi tra spazi al chiuso e biergarten all’aperto, rappresenta la più grande bierstube Löwengrube d’Italia. L’investimento dichiarato supera i 3 milioni di euro.

Ovviamente la crisi determinata dal Covid ha influito, determinando lo slittamento del taglio del nastro di alcuni mesi, ma non ha intaccato i progetti di sviluppo, che ora vedono una forte accelerazione: sono già in programma altre due aperture nella regione, a Ravenna e Reggio Emilia, ad opera dello stesso gruppo di imprenditori locali, composto da Filippo Fochi, Ferruccio Perdisa, Fabio Pasini e Gianni Ugolini, che, a fine 2018, aveva già aperto in franchising una Bierstube Löwengrube a Bologna.

Altrettanto importante, l’apertura a Modena segue di poche settimane quella avvenuta all’interno dell’Arena Center di Tirana, in Albania, la prima all’estero per la catena fondata da Pietro Nicastro e Monica Fantoni.

Gusto e tradizione, ma anche ecosostenibilità
Il locale ha trovato spazio in un edificio sulla via Emilia Est che è stato completamente ristrutturato e ripensato secondo principi di ecosostenibilità, bioarchitettura e bioedilizia. In questo senso si annoverano le grandi vetrate a bassa emissione che sfruttano la luce naturale abbattendo i consumi di energia elettrica senza disperdere calore e l’impianto fotovoltaico installato sul tetto, in grado di coprire il 70% del fabbisogno energetico del locale, con una produzione annuale di oltre 110.000 kwh, che alimenta le cucine, gli impianti termomeccanici per il riscaldamento e il raffrescamento, i dispositivi illuminanti interni ed esterni e le dotazioni delle sale. I pannelli fotovoltaici alimenteranno anche quattro colonnine di ricarica per i veicoli elettrici che saranno installate nel parcheggio adiacente al locale.

Le dichiarazioni
«Ci rendiamo conto della difficoltà che comporta per un imprenditore la scelta di aprire un nuovo punto vendita in un’epoca come questa – dichiara il fondatore e AD della catena, Pietro Nicastro – Il nostro ruolo di franchisor è di essere presenti sempre al fianco dei nostri affiliati per mandare avanti le cose anche in questa epoca caratterizzata da immobilismo, investendo ad esempio in nuove soluzioni e strumenti tecnologici. Mentre le serrande di tutti i nostri locali erano abbassate, non ci siamo persi d’animo e abbiamo continuato a progettare il futuro. Abbiamo creato, ad esempio, in tempo record, una app di nostra proprietà per il delivery».

Riproduzione riservata © retail&food