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SSP group, tra i leader mondiali del travel retail, registra una perdita di 182 milioni di sterline nel primo semestre dell’anno.

Il gruppo britannico, operativo in 35 Paesi al mondo (non ancora in Italia), ha incassato ricavi per 256,7 milioni di sterline, in calo del 78,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il semestre fiscale di SSP si chiude il 31 marzo.

Secondo il management, la domanda è in costante aumento specialmente sul segmento leisure ed è particolarmente evidente negli Usa e nel Regno Unito, ma nelle prime settimane di giugno le vendite erano ancora sotto del 70% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel periodo peggiore della pandemia, SSP aveva chiuso circa 2.500 punti vendita nel mondo. Entro l’estate, la previsione è di arrivare a 1.200-1.500 riaperture. Dal punto di vista dei conti, SSP per far fronte alla crisi ha tagliato quasi 14.000 posti e, ad aprile, ha beneficiato di un aumento di capitale degli azionisti da 450 milioni di pound.

“La ripresa del traffico domestico e leisure è iniziata in molti Paesi e il nostro team di conseguenza è impegnato in numerose riaperture” ha detto il Ceo del gruppo, Simon Smith”. “Abbiamo passato gli ultimi anni a rinforzare il bilancio e la posizione finanziaria, oltre a sviluppare un modello più flessibile. Partiamo comunque da una posizione di vantaggio rispetto ai competitor e ci sono tante opportunità per accelerare la crescita”.

Fiducia a parte, secondo la nota semestrale del gruppo, i livelli pre pandemia non verranno toccati prima del 2024. La strategia di breve periodo prevede soprattutto di ottimizzare gli spazi esistenti, razionalizzando le location e con nuove proposte ai clienti, di investire in tecnologia e innovazione. Prima della crisi, l’aumento medio degli spazi retail era del 4% annuo a livello mondiale e una volta che il mercato si riprenderà, verranno valutate anche nuove opportunità di crescita del perimetro.

SSP possiede brand noti come Upper Crust, Caffè Ritazza e Camden e opera in qualità di partner nella gestione di brand locali, come Taco Bar, e di insegne internazionali come Burger King e Starbucks.

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