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Regna un clima d’incertezza sul fronte occidentale: il Pertini sta conoscendo una fase di passaggio in cui si assommano diversi fattori di stress. I fatti sono perlopiù noti: a dicembre dell’anno scorso F2i, veicolo d’investimenti guidato da Vito Gamberale, partecipato da Banca Depositi e Prestiti e dal Gotha degli istituti di credito italiani (Intesa Sanpaolo e Unicredit), è diventato socio di maggioranza in SAGAT, società di gestione, appunto, dell’aeroporto di Caselle, rilevando la quota del 28% del Comune di Torino e quella del 24,4% in mano a Sintonia (Benetton).

Input prioritario per la nuova proprietà è quello di arginare l’emorragia di traffico commerciale che affligge lo scalo: al saldo del 2012, Torino perde 185mila passeggeri, pari al 5,1%, a fronte di un risultato medio del network italiano del -1,3 per cento. E le cose non vanno meglio nei primi 5 mesi del 2013 (-12,4%). A drenare passeggeri non è la sola Malpensa, ma anche Ginevra e Lione, soprattutto nella stagione invernale.

Claudio Francesco Merlo

(L’articolo completo è pubblicato sul numero di settembre 2013 di r&f)

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