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Il crollo dei consumi nel primo semestre ha colpito anche il comparto alimentare, ma è quello non food che necessita di un ripensamento. Questo ha penalizzato soprattutto i grandi formati della Gdo, quindi gli ipermercati sopra i 4.500 mq, mentre ha favorito l’exploit dei discount. E sul 2013 pesa l’incognita IVA.

La storia della distribuzione moderna in Italia è giunta così a un punto di svolta. «Attraversiamo un periodo di forte contrazione della domanda interna – ha spiegato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione –.

Dal 2008 ad oggi, con l’eccezione di un debole +0,1% nel 2010, i dati Istat sulle vendite al dettaglio sono sempre stati negativi, accumulando in questo periodo una flessione complessiva del 4,2% a valore, che, considerando la variazione dei prezzi, significa un calo superiore al 10% a volume. Se fino al 2012 assistevamo comunque a una relativa tenuta dei consumi per quanto riguarda i prodotti alimentari, il 2013 ha visto una caduta anche per il food (-2,1% nei primi 4 mesi dell’anno, mentre il non food ha segnato un -4,2%) con ripercussioni sulle imprese della Distribuzione Moderna Organizzata che vedono i propri margini sempre più assottigliarsi»…

Andrea Penazzi

(L’articolo completo è pubblicato sul numero di settembre 2013 di r&f)