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Le vendite di made in Italy in Cina, dal lusso ai prodotti di fascia medio-alta, potrebbero registrare nel breve periodo un significativo ritorno in positivo grazie al taglio dei dazi sui prodotti importati nel Paese asiatico appena annunciato a livello governativo. “Sono convinto sia una manovra positiva e interessante perché va nell’implicita direzione di un sostegno alle vendite di lusso in Cina proprio nel momento in cui queste stanno registrando un calo generalizzato” ha dichiarato Mario Boselli presidente onorario della Camera nazionale della moda italiana.

Entrando nel dettaglio della direttiva, il premier cinese Li Keqiang ha annunciato nei giorni scorsi, nel corso di un incontro dello State Council cinese, il taglio dei dazi sui prodotti importati in alcune zone della Cina, a partire da giugno, con l’obiettivo di incrementare i consumi interni e frenare il flusso di spesa in uscita dei turisti cinesi. Così, beni di lusso, abbigliamento e accessori, prodotti alimentari di qualità, in testa il vino d’importazione, beni di consumo prodotti all’estero entro la fine di luglio potranno contare su una serie di tagli consistenti. La misura arriva dopo mesi di incertezza nel corso dei quali sembrava che lo State Council dovesse inasprire ulteriormente le tariffe doganali per le merci importate. Secondo Hsbc, l’Italia vende ai turisti cinesi il 35% dei suoi luxury goods, la Francia il 40%, la Gran Bretagna il 25 per cento.

Attenzione, tuttavia, all’effetto boomerang. Come ha illustrato Claudio Marenzi, presidente di Sistema moda Italia, l’intenzione della Cina di realizzazione dei duty free sul territorio cinese se da una parte andrà a beneficiare i loro consumi interni e il nostro export, dall’altra rischierà anche di danneggiare una fonte di guadagno altrettanto proficua per la nostra economia.

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