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Il franchising è un business model sempre più affermato e redditizio nel nostro Paese, dove il giro d’affari 2017 vale 24,5 miliardi di euro. A certificarlo è l’annuale report di Assofranchising, l’associazione che da oltre quattro decenni traccia il profilo del settore. 

Presentato a Roma il 14 giugno, il report Assofranchising 2018 ha preso in esame 929 insegne che, nel complesso, hanno fatto segnare un +2,6% fra 2016 e 2017.

I dati del settore

Italo Bussoli

I dati sono tutti in territorio positivo: crescono i punti vendita su tutto il territorio nazionale (+1,9%), i master delle insegne straniere che scelgono l’Italia per lo sviluppo della propria rete affidando il proprio business a manager, imprese e personale italiano (+16,4%) e aumentano in modo significativo i punti vendita di insegne italiane all’estero segnando addirittura un +28,1%. A livello regionale, la Lombardia si conferma l’area in cui sono presenti più insegne (256), seguita dal Lazio (104) e dalla Campania (89). «Il franchising si conferma un settore sempre più in crescita e appetibile anche per i più giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro – ha dichiarato Italo Bussoli, presidente di Assofranchising – Crescono gli imprenditori e gli addetti al settore. Col sistema franchising si riduce notevolmente il rischio di impresa, e gli investimenti iniziali sono in molti casi estremamente competitivi. Affiliarsi a un gruppo già affermato permette anche a chi è alle prime armi di acquisire un know-how di rilievo, in questo modo in breve tempo si impara un mestiere, rimanendo però imprenditori di se stessi».

Le categorie merceologiche

Il food si conferma ancora il segmento che registra i trend di crescita più forti, sia per quanto riguarda la ristorazione, sia per quanto riguarda la GDO. Anche le palestre e i centri estetici continuano a registrare risultati positivi, seguiti da cliniche e servizi ambulatoriali per la salute, automotive, cosmetica e immobiliare (che nel 2017, torna a superare il miliardo di fatturato). In calo, invece, la categoria dei viaggi e del turismo: le agenzie di viaggi sono penalizzate dai servizi online e dalle nuove forme di hospitality, mentre il settore dell’hotellerie in franchising rimane stabile. Segnano percentuali negative anche l’abbigliamento e i servizi per l’infanzia che, a causa del calo delle nascite, tornano ai livelli del 2014. Segno negativo anche per le insegne di parrucchieri.

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