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La due giorni di Mapic Food e Mapic Italy si è confermata, anche quest’anno, l’appuntamento di riferimento per la community nazionale, oltre che per una crescente compagine internazionale, del settore retail RE. Con il gala dinner del Foodservice Award, giunto alla terza edizione, che ha visto protagonisti i rappresentati di 85 insegne della ristorazione in gara per aggiudicarsi i 9 premi in palio.

Guardando ai numeri di Mapic Italy e Mapic Food, l’8 e il 9 maggio al MiCo hanno fatto il loro ingresso oltre 2.200 partecipanti, in provenienza da 40 Paesi (+10% rispetto all’edizione precedente), di cui 850 retailer. Tra questi, 400 appartenenti al settore food&beverage.

Mapic Food, dal caffè alle acquisizioni

Grazie ai cambiamenti delle dinamiche demografiche e all’evoluzione degli stili di vita, il settore F&B ha registrato una forte crescita e si conferma come driver della trasformazione dei siti commerciali in vere e proprie lifestyle destination. Il settore continua ad attirare crescenti investimenti da fondi di private equity. Vincent Mourre, ceo e cofondatore di Whitespace Partners, ha evidenziato come nel 2018 e nell’anno in corso le acquisizioni di catene di ristoranti si siano attestate a 17 miliardi di euro. Tra i principali deal: Coca Cola per Costa Coffee, Permira per Hana Group e Restaurant Group per Wagamama. Il caffè è un buon esempio di questa evoluzione dell’offerta che integra nuovi parametri. Durante la sessione dedicata, Alessandro Bottazzi, head of beverages, Nestlé Professional, ha sottolineato la necessità di una “sostenibilità credibile” nell’evoluzione del prodotto e dei format, mentre Sophie Barton, direttore marketing di Soho Coffee, ha indicato la necessità di «crescere mantenendo forti i propri valori». Quentin Vicas, head of business development di Le Cafe Alain Ducasse, ha aggiunto che la premiumization è un’altra tendenza globale, in quanto i consumatori stanno diventando sempre più esigenti, informati e consapevoli del prodotto.

Il fenomeno dark kitchen e le novità travel

Le dark kitchen sono l’imminente grande rivoluzione del settore a livello globale. Questo fenomeno è stato discusso in una sessione che ha visto la partecipazione di alcuni key player quali Deliveroo, UberEats, Glovo, Amrest e Oracle F&B. Secondo Stephane Ficaja, direttore generale Northern and Southern Europe di UberEats, l’Europa potrebbe accogliere nei prossimi 5 anni fino a 5.000 dark kitchen, a supporto di 200.000 brand di ristorazione. Ficaja ha previsto che il miglioramento dell’efficienza le renderà parte attiva del futuro dell’industria e ha affermato: «Il food delivery online sta crescendo più velocemente del resto del mercato. Le dark kitchen permettono di ridurre gli investimenti diretti, garantiscono l’eccellenza a livello operativo e una maggiore agilità nella gestione del prodotto». Per quanto concerne il travel retail, con l’aumento delle aspettative dei consumatori, i viaggiatori desiderano una qualità di prodotto, servizio e scelta simili a quelle che è possibile trovare nelle destinazioni tradizionali. Una delle principali sfide per i marchi globali è quella di far crescere i concept utilizzando un approccio personalizzato a seconda del contesto geografico di sviluppo. Per Jonathan Doughty, direttore e responsabile globale foodservice, leisure & placemaking di ECE Projektmanagement, «le parole chiave per i travel retailer sono: tempo, denaro e personalizzazione. I consumatori sono disposti a pagare più di quanto si pensi per un cibo di buona qualità in un ambiente piacevole. Il fattore tempo è essenziale in un aeroporto o in una stazione ferroviaria. Se i retailer acquisiscono una operatività agile e la giusta tecnologia per far sapere esattamente quanto tempo ci vorrà perché il cibo sia pronto, il cliente, indipendentemente dal prezzo, sarà comunque soddisfatto e disposto a optare anche per il dessert».

 Mapic Italy, opportunità oltre le difficoltà

L’evento ha ospitato, come ormai consuetudine, i principali player del settore tra i quali JLL, CBRE, Cushman & Wakefield, Ceetrus, Grandi Stazioni Retail, Savills, Ece, Eurocommercial, IGD, Svicom, Sonae Sierra e Klépierre. In occasione del convegno di apertura di Mapic Italy, coorganizzato da r&f – con il direttore Andrea Aiello nel ruolo di moderatore – e intitolato Retail: sfide che diventano opportunità, Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale Centri Commerciali italiano (CNCC), ha esordito puntualizzando l’enorme valore sociale ed economico del settore retail: «I nuovi dati relativi al settore evidenziano numeri importanti. Stiamo infatti parlando di 139 miliardi di fatturato generato nel 2018, compreso l’indotto, e 71 miliardi di fatturato diretto, con un’incidenza sul Pil nazionale del 4,1%. Indiscutibilmente, un contributo fondamentale all’economia del Paese. È un’industria in forte trasformazione, ma pronta ad affrontare le sfide future, forte dei suoi due miliardi di presenze all’anno e di solidi fondamentali. Inoltre, è importante sottolineare il valore aggiunto e il nuovo ruolo dei centri commerciali nell’experience dell’acquisto, che divengono sempre più “centri”, oltre che nuove piazze sociali e hub di experience, anche nelle periferie urban». Durante la sessione ufficiale del CNCC, il sentiment è stato di cauto ottimismo.

Le parole dei protagonisti sul futuro dei centri commerciali

«Nel settore immobiliare – ha commentato Joachim Sandberg, head of Italy & Southern Europe Region di Cushman&Wakefield – il caso dei centri commerciali è forse l’esempio più evidente che nulla si crea e nulla si distrugge: non ci sono apocalissi, il centro commerciale non è morto bensì sta subendo una grande trasformazione, in termini di format e di valore, con un repricing in atto. La maggiore incertezza e volatilità legata al futuro del centro commerciale continua a tenere lontani gli investitori core mentre offre opportunità per gli investitori disposti a correre un rischio maggiore. Ciò si sta riflettendo sui rendimenti, che, in Europa, hanno già iniziato a crescere, attestandosi nel 2018 poco al di sotto del 5%. Per il futuro, ci aspettiamo che, una volta completata la trasformazione, il settore torni ad attrarre maggiormente capitali core». Parole che aiutano a inquadrare nella giusta prospettiva il futuro dei centri commerciali. «Oggi il retail RE è un asset class in trasformazione. Parleremo in futuro sempre più di progetti ibridi, volti a rispondere alle esigenze dei retailer che a loro volta stanno modificando in maniera significativa il proprio modello di business» ha rilanciato Pierre Marin, ceo di JLL Italia. «L’attuale evoluzione del retail italiano – ha dichiarato invece Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE – rappresenta una grande opportunità per modificare e valorizzare ulteriormente gli immobili commerciali, facendone sempre più polo attrattivo per famiglie e consumatori nel soddisfare i loro bisogni di consumo e di divertimento».

Aspettando Mapic Cannes

«L’industria del retail sta attualmente rinnovando il retail mix tradizionale, integrando nuove categorie di attori come i pure player digitali e nuovi concept basati su benessere, salute e leisure. Il retail sta inoltre ridefinendo i modelli di sviluppo classici, adattandosi ai nuovi contesti urbani, e affiancando alle aree retail tradizionali spazi di co-working o co-living», ha affermato Nathalie Depetro, direttore Mapic. Per questo, durante il prossimo appuntamento di Cannes (13-15 novembre), la fiera affronterà le sfide dell’industria del settore, lanciando un nuovo evento dedicato al leisure.

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