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Con otto punti vendita in Italia e una rete di 480 negozi globali, Humana Vintageu nisce sostenibilità sociale e business retail per sostenere progetti di sviluppo nel Sud del mondo grazie all’esperienza dell’omonima Ong. 

Luca Gilardi, unit manager shops di Humana Vintage

Negli ultimi tempi, l’industria della moda si è spostata sempre più verso una destagionalizzazione delle proprie offerte con l’effetto di velocizzare i cambi di stile e di prodotto. Una tendenza che, da un lato, ha vivacizzato le proposte del settore ma dall’altro ha imposto un turnover che le politiche di reso spesso non riescono a sostenere. Il risultato? Abiti che non si indossano più, finiscono nel fondo degli armadi o, peggio ancora, nel cestino. Eppure, un’alternativa esiste e si chiama Humana Vintage. Brand che ha debuttato in Italia nel 2006 e fa parte del circuito Humana People to People, Ong che si occupa di raccolta e vendita degli indumenti usati i cui ricavati sostengono progetti di sviluppo nel Sud del mondo: «Una esperienza che ha anticipato le nuove tendenze di acquisto degli italiani», afferma a r&f Luca Gilardi, unit manager shops di Humana Vintage.

Come si sviluppa il progetto in Italia?

Per dare più valore agli abiti che le persone donano a Humana, è stata creata una catena di negozi in Italia. Negli ultimi quattro anni i volumi di vendita sono quasi decuplicati, passando dai 36mila pezzi venduti nel 2015 ai circa 300mila dello scorso anno. Gli utili delle vendite, coperti i costi, vanno a sostegno dei progetti di Humana.

Come si compone la vostra rete di in Italia ed Europa?

Ad oggi, in Italia, ci sono sette Humana Vintage e un Humana Second Hand. In entrambi i casi i capi esposti provengono dalla raccolta di abiti di Humana in Europa. Humana Italia, infatti, fa parte della federazione internazionale che coordina 30 organizzazioni attive in tutto il mondo e ha una rete di vendita di 480 negozi solidali in Europa e Stati Uniti. Humana Vintage Italia propone fino a otto collezioni all’anno, seguendo la stagionalità e focalizzandosi su due elementi distintivi: l’unicità dello stile e il rapporto qualità-prezzo.

Che differenza c’è fra Humana Vintage e Humana Second Hand?

La proposta di Humana Vintage si basa su abiti e accessori originali degli anni ’60, ’70, ‘80 e ’90: si tratta molto spesso di pezzi unici tra cui è possibile trovare anche abiti di pregio e vere e proprie chicche da collezionista del genere retrò. Diversa la proposta di Humana Second Hand, dove il cliente trova invece capi e accessori delle collezioni appena passate, anch’essi provenienti dalla raccolta abiti di Humana. Si tratta di un concept ideale per chi cerca un abbigliamento contemporaneo, di buona qualità e a prezzi molto competitivi, con un’ampia scelta uomo, donna e anche bambino.

Come si caratterizzano i vostri negozi?

I negozi Humana Vintage si sviluppano su un’area che va da un minimo di 100 mq fino ai 200 mq e mettono al centro uno stile unico, realizzato con un allestimento vintage e soluzioni di arredo innovative in un ambiente curato ed elegante, in linea con lo spirito del brand. Si trovano quasi tutti in zone molto centrali e glam della città, per noi una scelta strategica e fondamentale soprattutto in città come Milano, dove siamo a pochi passi dal Duomo e dai Navigli, e Roma, con uno store a pochi minuti da Piazza Navona; luoghi dove il flusso turistico gioca un ruolo importante. Sono molti, infatti, gli stranieri che apprezzano la proposta dei nostri store.

Quali sono i progetti di sviluppo della rete? E in termini di omnicanalità?

La rete Humana Vintage Italia è in costante espansione: negli ultimi due anni abbiamo inaugurato tre nuovi negozi e abbiamo in previsione nuove aperture. Lavoriamo molto sulla comunicazione social: l’account Instagram ha ottimi risultati di visibilità e di interazione con il nostro target. Solo negli ultimi tre mesi abbiamo avuto un incremento dei follower del 37%, segnale che stiamo andando nella direzione giusta.

Solidarietà e sostenibilità sono i capisaldi del progetto. Che feedback avete da parte dei clienti?

L’impatto ambientale e la sostenibilità sociale pesano sempre più nelle scelte dei consumatori a livello globale. Il cliente di Humana Vintage, in questo senso, è già un cliente evoluto, precursore di una tendenza oggi attuale. Il nostro target principale ha tra i 20 e i 35 anni e sono soprattutto i più giovani ad affermare sempre più il potenziale di sostenibilità dei prodotti nelle loro scelte d’acquisto.

N.G.

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