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Con il boom dell’eCommerce sempre più rivenditori necessitano di un partner logistico affidabile per gestire l’inventario, movimentare le merci, consegnare i prodotti. Il futuro? La caduta dei confini fra magazzino e negozio. 

C’è un filo sottile che lega i grandi player del commercio digitale e le Pmi nostrane: la logistica. Un settore sempre più cruciale per determinare il successo di un brand. Soprattutto nell’ambito retail dove la gestione dell’inventario in-store, la consegna a domicilio, l’automatizzazione del magazzino e una politica di efficientamento dei costi e delle risorse fa la differenza; parola degli
esperti.

Le interviste ai fornitori

Valeria Mennella, chief marketing officer di MBE Worldwide.

Come si sviluppa la presenza di Mail Boxes Etc nel settore della logistica per il retail? E in quali altri contesti opera l’azienda?

In Italia abbiamo 540 centri servici sotto il marchio MBE che operano nei servizi di spedizione e logistica, mentre a livello globale se ne contano circa 2.600 in 47 Paesi. Il core business di tutti i centri sono le spedizioni anche se non siamo un corriere espresso in senso proprio dal momento che ci avvaliamo del servizio di tutti i principali player del settore. Di fatto, a seconda delle esigenze del cliente, cerchiamo la soluzione e il partner migliori da affiancargli. Ovviamente, spedizioni e logistica sono collegate. Soprattutto con il boom dell’eCommerce. Il fenomeno ha fatto sì che prendessimo in carico per i nostri clienti non solo la spedizione legata agli ordini, ma anche la gestione del ciclo end-to-end. Per questo diversi imprenditori negli ultimi anni hanno iniziato ad allargare il portafoglio di servizi, soprattutto nei confronti di clienti business. Infine, siamo attivi anche nel campo della stampa e della comunicazione.

Quali sono le dimensioni del business?

A livello globale, il Gruppo opera con tre brand: MBE, PostNet e AlphaGraphics. Questi ultimi due gestiscono il business prevalentemente negli Usa. In termini di fatturato, dati 2018, ci avviciniamo a un miliardo di dollari generati, per il 50%, dai servizi di spedizione e logistica e, per l’altro 50%, dai servizi di stampa e comunicazione. Aggiungo che attualmente, in Italia, circa il 15% del fatturato della rete è generato da clienti eCommerce senza tuttavia differenziare in modo marcato fra servizi di logistica e di spedizione.

Quali sono i vostri partner tecnologici?

Per quanto riguarda le strutture di magazzino, noi possiamo fornire un supporto progettuale ma è una scelta del singolo imprenditore quella di investire o meno sulla struttura. La clientela, infatti, è molto differenziata: da chi ha un magazzino di proprietà a chi lo affitta, passando per chi si appoggia a strutture terze. Diverso il discorso per quanto riguarda la gestione di questi siti. Da poco abbiamo iniziato a lavorare su una soluzione software targata MBE in collaborazione con Advise, piccola start-up italiana che ha già sviluppato in proprio l’app Magazzino Perfetto e ora la adatterà alle esigenze della nostra rete.

Secondo quali caratteristiche?

Il cliente eCommerce classico, quindi piccola media impresa italiana che fino a poco tempo fa vendeva solo tramite il canale retail e decide di spostarsi sul digitale oppure che sceglie di differenziare i magazzini perché i flussi delle merci sono differenti, ha bisogno di un contatto diretto con MBE. Attraverso la nostra app, quindi, non appena il cliente effettua una vendita a noi arriva la richiesta di gestione dell’ordine. Quest’ultimo, spesso, è composto da diversi prodotti che vengono riuniti  nello stesso pacco da un nostro addetto al magazzino. Per supportarlo in questo assemblaggio, il software si occupa della gestione in tempo reale dello stock, indica la posizione di ogni singolo articolo scaffalato all’interno del magazzino e, contemporaneamente, conteggia le operazioni manuali necessarie. Una metrica fondamentale per capire il valore aggiunto che riusciamo a offrire al cliente.

Un esempio?

Ci sono clienti nel settore beauty che ci chiedono di spruzzare del profumo all’interno di ogni confezione prima di chiuderla. Una personalizzazione su cui vogliamo fare la differenza rispetto ai grandi player della logistica.

Qual è l’ultimo progetto realizzato?

Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo registrato un vero e proprio boom di aziende della cosmetica. Sia italiane che straniere. Molto spesso, quest’ultime non sono direttamente presenti nel nostro mercato ma vi entrano tramite l’eCommerce appoggiandosi a noi come partner logistico. È il caso di un player che, attraverso il nostro centro di Moscova, a Milano, effettua circa 20mila spedizioni
al mese direttamente al consumatore. Si tratta di ordini di piccola dimensione, uno-due prodotti, che consegniamo direttamente all’acquirente.

Logistica e retail si stanno sempre più avvicinando. Quale sarà, secondo lei, la traiettoria di questo incontro?

Come MBE posso dire che abbiamo una posizione favorevole per giudicare il fenomeno dal momento che, prima di tutto, siamo una realtà retail su strada che da poco ha attivato il proprio portale eCommerce. Per nostra stessa esperienza abbiamo notato che retail e logistica coesistono, a volte si sovrappongono ma per la maggior parte dei casi rispondono a logiche di acquisto differenti. Insomma, ci sarà sempre chi vorrà entrare in negozio, parlare con qualcuno, toccare il prodotto. Inoltre, i flussi di merce sono ancora molto differenti e questo comporta la necessaria coesistenza dei due aspetti; magari in un’ottica omnicanale.

Al centro del dibattito c’è anche la questione della sostenibilità, sia ambientale che economica. Con che approccio affrontate il tema?

Collaborando con brand di grosso calibro, che già si sono posti la questione, in prima istanza beneficiamo del loro know-how e della loro sensibilità. Da parte nostra, ci concentriamo maggiormente sul packaging e sugli imballaggi al fine di ridurre l’utilizzo di plastica e carta. Infine, per quanto riguarda la consegna, abbiamo degli accordi quadro con alcune realtà a cui i nostri imprenditori possono accedere per usufruire delle economia di scala. È il caso, per esempio, delle consegne in bici che risultano molto utili per operare nelle ZTL.

 

Ugo Vivone, Italy account manager di Fives.

Come si sviluppa la presenza di Fives in Italia? Da quanto tempo siete presenti sul mercato?

Fives è un gruppo francese ed è fisicamente presente in Italia con una delle aziende del gruppo intralogistico che ha sede a Malpensa. Qui contiamo oltre 100 dipendenti e ci occupiamo di gestire progetti di material handling nell’ambito dei servizi postali, dei corrieri espressi e, recentemente, dell’eCommerce. Per quanto riguarda la parent company francese Fives Syleps, di cui io mi occupo dello sviluppo in Italia, questa conta una forte esperienza nel mercato dei prodotti finiti alimentari per il settore food e retail: dai magazzini automatici alle piattaforme di pallettizazione robotizzata, passando per una società di ingegneria che si occupa della gestione di diverse soluzioni e progetti. Negli ultimi 20 anni, alcuni di questi sono stati realizzati anche in Italia ma è solo da due anni a questa parte che Fives Syleps ha deciso di investire più decisamente nel nostro mercato dove ha creato un’interfaccia tecnica ecommerciale dedicata.

Quanto conta, dunque, il mercato italiano per Fives?

Attualmente ancora poco. Mi spiego meglio: la società ha una fortissima leadership di mercato in Francia a cui aggiunge un mercato estero che vale per il 30% del giro d’affari. All’interno di questa quota, il mercato italiano vale meno del 10%. E proprio per questo Fives ha deciso di investire da noi, sfruttando i rapporti industriali pregressi con realtà del calibro di Aia, Amadori e Wüber, una vicinanza geografica e una similitudine economica in termini di settore food e retail fra i due Paesi.

E per quanto riguarda il settore non-food?

Attualmente, solo in Francia abbiamo commesse con player non-food. Si tratta di clienti molto importanti con cui sono in ballo progetti dal valore di 70-80 milioni di euro ciascuno. In tutti i casi si tratta di realizzare intere piattaforme per magazzini logistici del retail.

Nel dettaglio, quali sono le soluzioni di punta che l’azienda offre ai propri clienti?

Il nostro approccio è quello di fornitori di soluzioni complete. Al loro interno ci sono: sistemi di gestione del materiale nell’area di produzione attraverso nastri trasportatori, sistemi informatici e controllo della qualità; sistemi di stoccaggio e preparazione ordini con magazzini automatici per la gestione dei colli e la movimentazione delle merci; infine, sistemi di pallettizzazione robotizzata.
Quest’ultimi rappresentano le soluzioni più richieste al momento, tanto che in Italia circa il 50% dei clienti ci approcciano per questo motivo.

Perché?

Sostanzialmente perché le nostre soluzioni consentono di comporre pallet eterogenei, ossia con oggetti tutti diversi al loro interno. Negli ultimi cinque anni abbiamo realizzato diverse installazioni di questo tipo che rappresentano un po’ il fiore all’occhiello della nostra offerta, dal momento che siamo fra le pochissime aziende a proporre una soluzione efficace.

Chi cura l’interfaccia informatica che fa funzionare tutto il meccanismo? Realizzate tutto in house o vi appoggiate a qualche partner esterno?

Le soluzioni informatiche sono tutte realizzate in casa e quindi pienamente customizzate a seconda delle esigenze dei clienti. Storicamente, infatti, Fives nasce come una società informatica e solo successivamente ha aggiunto l’automatizzazione e la robotizzazione. In particolare, sottolineo che anche i robot, che solitamente vengono acquistati da società terze, Fives li realizza internamente.
Fra gli addetti al settore si sente sempre più parlare di intralogistica.

Che cos’è e quale declinazione ne dà Fives?

Al momento c’è una crescente necessità di ridurre gli errori nella preparazione degli ordini e razionalizzare il personale affinché sia meno soggetto a lavori onerosi. All’incrocio di queste esigenze si pone il concetto di intralogistica che ha l’obiettivo di automatizzare i vari processi di movimentazione liberando forza lavoro da destinare a mansioni meno dispendiose e rischiose.

Quanto ha influito, in questo senso, il boom dell’eCommerce? E che impatto per il retail tradizionale?

Molto. Basti pensare che fra le società del Gruppo Fives ce n’è una, con base a Lione, che lavora solamente in questo settore. Lo sviluppo di grandi player come Amazon e altri ha reso necessaria, soprattutto su territori “lisci” come l’Italia e la Francia, la diffusione di una piattaforma di smistamento ogni 10 chilometri quindi potete immaginare quante opportunità ci siano per i fornitori di logistica. Per quanto riguarda il retail tradizionale, riporto un fenomeno francese che è quello del drive-in, ossia: supermercati che permettono di ordinare online attraverso l’eCommerce e ritirare la spesa presso il punto vendita raggiungibile in auto. Una modalità che presuppone un magazzino automatico leggermente diverso da quello che potrebbe essere installato in un supermercato che consegna la merce a casa e che deve tenere conto del rapporto diretto con il cliente.

 

Ugo Mastracchio, sales engineer manager South di Zebra Technologies.

Quali sono i settori in cui opera Zebra e come si è sviluppata la presenza nella logistica per il retail?

Dal punto di vista storico, la società di oggi è il risultato dell’incrocio di due esperienze: quella che da 50 anni si occupa di stampa ed etichette, e quella che si occupa di fornitura di dispositivi portatili per la logistica nella Gdo. In Italia, così come nel resto d’Europa, Zebra si concentra su alcuni mercati verticali principali: il retail e la grande distribuzione organizzata; i trasporti e la logistica, in cui ricadono le società che fanno magazzinaggio e consegne in modalità postale e corriere espresso; il manifatturiero, con particolare attenzione ai settori dell’automotive, del farmaceutico e della produzione alimentare. L’approccio che ci contraddistingue è quello di partire da casi d’uso definiti per poi sviluppare soluzioni che si possono adattare a contesti simili.

Come funziona quindi la rete di consulenza, vendita e progettazione?

Noi siamo un’azienda totalmente channel centric quindi cerchiamo di far bene il mestiere dell’innovazione rimanendo vicino alle esigenze dei clienti che poi vengono tradotte in prodotti. In generale, però, tutto quello che ha a che fare con lo sviluppo delle applicazionimobile, con la manutenzione post-vendita, ecc. è affidata ai nostri partner. Quest’ultimi fanno parte di un programma con due percorsi paralleli: da un lato, coinvolgiamo i rivenditori nel rapporto diretto con i clienti quando, per esempio, si tratta della prima installazione, della riconfigurazione, ecc.; dall’altro lato, collaboriamo con quelle realtà che, sebbene non vendano i nostri hardware, realizzano la propria applicazione sui nostri terminali.

Quali sono stati gli ultimi progetti realizzati?

Gli aspetti più interessanti su cui abbiamo realizzato alcuni progetti sono, innanzitutto, quelli che riguardano il miglioramento dell’esperienza in store del cliente. Quindi, per esempio, la riduzione
dell’attesa in coda alle casse attraverso i terminali mobile che adottano la soluzione Personal Shopping System che abilita i clienti a fare la spesa da soli e ormai sono arrivati alla sesta o settima generazione. Si tratta di device Android con capacità multimediali che consentono di fare marketing diretto one-to-one o localizzare il cliente all’interno del punto vendita. In secondo luogo, ci sono i progetti per il click&collect che consente ai retailer di trasformare il punto vendita in piattaforma logistica per il delivery attraverso l’adozione di terminali indossabili. Infine, ci sono tutte le soluzioni per la gestione dei resi, il mobile payment, l’implementazione della tecnologia RFID per ottimizzare l’inventario. In questo senso, una case history interessante riguarda la nostra collaborazione con Cisalfa a cui abbiamo fornito dei terminali mobile attraverso cui l’addetto in negozio può controllare in tempo reale la presenza di una particolare referenza in magazzino senza dover abbandonare, come spesso capita, il cliente per fare un salto nel retro diminuendo l’efficacia del servizio e rischiando di perdere una possibile vendita.

Logistica e retail si stanno sempre più integrando. Qual è secondo lei il futuro di questi due settori?

Un tempo si diceva che il retail fosse soprattutto una questione di location. Oggi è l’eccellenza logistica che definisce il brand di successo. Un motivo in più per stringere collaborazioni con i retailer, in particolare quelli focalizzati sul brick&mortar che aiutiamo a tenere il passo con chi invece ha scelto di sviluppare solo online. L’obiettivo è quello di fornire massima visibilità su tutto il processo commerciale, dal produttore al venditore.

N.G.

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