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Dalle 256 operazioni annunciate nel 2019 alla possibile perdita del 35% dei consumi italiani, l’ultimo report PwC presenta la fotografia del mercato consumer e il suo negativo (su cui impatta fortemente il protrarsi delle incognite legate alle’emergenza Coronavirus).

Nell’ultima edizione dello studio Consumer Markets M&A Trends 2019 e Outlook 2020 di PwC il 2019 si chiude con un incremento del +27% delle operazione trainato dai segmenti Fashion&Luxury (+34 accordi), Food (+20), Beverage (+12) e Personal Care&Cosmetics (+7). Cifre che difficilmente potranno ripetersi anche nell’anno del Covid-19.

Il report

Secondo il report, nel 2019 gli investitori strategici si confermano i più attivi in termini di numero di operazioni (155, pari a circa il 61% del totale) e focalizzati su target di dimensione allineati a quelli dei finanziari, ossia: fatturato medio di 70 milioni di euro di euro per gli istituzionali, 66 milioni di euro per i finanziari. La differenza sostanziale fra i due tipi di investitori la fanno i comparti: Food&Beverage per i primi; Fashion&Luxury e Personal Care&Cosmetics per i secondi. A incrementare sono anche le transazioni domestiche che passano dalle 60 del 2018 alle 92 del 2019 grazie al crescente interesse di investitori strategici nazionali sul mercato italiano. A livello geografico, il Nord-Ovest si conferma l’area che ha attratto maggiori operazioni (il 34% del totale) con la Lombardia che la fa da padrona a livello regionale (68 operazioni contro le 51 del 2018).

L’outlook 2020

Inutile dire che, a causa del forzato lockdown che ha caratterizzato i primi mesi del 2020, l’impatto dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus determinerà un anno difficile per il settore Consumer con i comparti Ristorazione, Hospitality e Turismo fra i più colpiti. Se si assume come base di partenza lo scenario elaborato da Cerved (emergenza fino a maggio 2020, quindi 2 mesi per il ritorno alla normalità, seppure con restrizioni all’export), i comparti più colpiti del Consumer Markets saranno Fashion, Furniture&Design ed Entertainment&Leisure, con un parziale recupero previsto nel 2021. Le più recenti previsioni del FMI non sono distanti da questo scenario nel 2020, tuttavia con un previsto recupero molto più lento. Analizzando verticalmente i diversi settori, il Fashion&Luxury si prepara a un duro colpo a seguito del posticipo delle sfilate di giugno/luglio, chiusura negozi, centri commerciali e stabilimenti produttivi. Più difficile immaginare la portata degli effetti sul Foodservice, ancora in balia di disposizioni poco chiare per garantire la riapertura in sicurezza e impegnate a salvare il salvabile attraverso il ricorso al delivery.

Le dichiarazioni

«Per il 2020 è ipotizzabile un trend in diminuzione per le operazioni M&A. L’emergenza Covid-19 ha portato allo sviluppo di nuovi modelli comportamentali da parte dei consumatori, destinate a imporsi anche nel medio termine: riduzione delle occasioni di contatto, aumento del tempo trascorso a casa, maggior attenzione alla spesa. Le aziende dovranno saper rispondere in modo veloce, adeguando in modo strutturato la propria offerta, le politiche di marketing e i modelli operativi per rispondere alla crisi con l’identificazione di nuove opportunità», ha commentato Emanuela Pettenò, partner PwC e transaction services markets deals leader.

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