E se alla fine si tornasse là dove tutto è iniziato?
Non bisogna essere per forza storici o urbanisti per prendere atto che la maggior parte delle città di tutto il mondo si sono sviluppate intorno ai principali assi di scambio commerciali, siano essi strade, piazze, porti o fiumi. Proprio questi ultimi sono i “sorvegliati speciali” del momento, dove sembra si sia catalizzata l’attenzione di investitori, sviluppatori, politici e progettisti internazionali.
Il nostro viaggio parte dalla Francia, dove dopo la frenesia intorno alle stazioni, agli aeroporti e (ancora poco sfruttata) ai porti marittimi, nell’ultimo periodo si sta verificando una certa voglia di investire su progetti innovativi legati ai fiumi: primo esempio ne è Casinò, leader francese della distribuzione alimentare, che attraverso la sua società Franprix ha iniziato a consegnare i suoi prodotti via fiume. Il progetto, attualmente in atto a Parigi, sarà poi esteso ad altre città fluviali, come Lione, e comporterà una notevole riduzione nei costi e nelle emissioni.
Ed è proprio a Lione che il fiume Saone ha ispirato Unibail-Rodamco per il suo progetto “vaporetto”: grazie alla vicinanza del corso d’acqua al polo commerciale Confluence, la società ha creato non solo un sistema di trasporto passeggeri innovativo, ma anche una nuova sinergia fra città e luoghi dell’intrattenimento.
Altra scommessa in atto è quella dei poli multimodali che ospiteranno le navette anfibie lungo il Rodano: il nuovo sistema, attualmente allo studio di progettisti e tecnici internazionali, dovrà prevedere nuove stazioni capaci di accogliere oltre alle navette anfibie (il cui progetto è ancora top secret), anche attività parallele, come centri logistici, poli culturali, spazi retail.
In un momento di grande incertezza mondiale, sembra che il fiume si stia dimostrando un grande alleato, capace di generare nuovo interesse e di dare un ritorno economico e di immagine. Stiamo a vedere!
Tiziana Bardi, titolare StudioBardi/Cad38